Beni per complessivi 160 milioni
di euro sono stati confiscati dalla Guardia di finanza a due
persone indagate nell'ambito dell'inchiesta 'Doppio gioco' della
Procura di Catania su un giro internazionale di scommesse
clandestine. Il provvedimento è stato eseguito dal comando
provinciale di Catania e dal Servizio centrale investigazione
sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza.
Riguarda il patrimonio di Francesco Catacchio e Antonio Di
Marzo, indagati per associazione per delinquere, raccolta di
scommesse clandestine, riciclaggio, truffa allo Stato ed
evasione fiscale con l'aggravante del reato transnazionale. E'
il primo esito processuale di una complessa attività
investigativa, svolta dal nucleo Pef della Guardia di finanza di
Catania e dallo Scico, sfociata, in un'ordinanza - eseguita nel
marzo del 2021 in Sicilia, Emilia Romagna e Puglia e Germania,
Polonia e Malta - con cui il Gip aveva disposto misure cautelari
nei confronti di 23 indagati. Ad alcuni di loro è stata
contestato di avere favorito gli interessi dell'associazione
mafiosa Santapaola-Ercolano. Per la Guardia di finanza sarebbe
stata "delineata l'esistenza di una stabile organizzazione della
società maltese in Italia, che, dal 2013 al 2016, ha conseguito
ricavi non dichiarati per 570 milioni di euro e ha omesso la
dichiarazione dell'imposta sulle scommesse per circa 30 milioni
di euro". Secondo la Procura di Catania "solo una parte
minimale delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior
parte delle puntate sarebbe stata effettuata in presenza e
pagata in contanti". Gli importi delle scommesse, raccolte dalle
varie agenzie sul territorio nazionale, e i proventi
dell'evasione sarebbero poi affluiti nei conti di una società
maltese e, da lì, sarebbero stati ulteriormente riciclati
nell'acquisito di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia
ed Emilia-Romagna) e in Germania.
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