E' cominciato questa mattina
davanti alla Corte d'Assise di Bologna, presieduta dal giudice
Pier Luigi Di Bari, il processo a carico di Mauro Bergonzoni, il
77enne che lo scorso 21 agosto, a Castello di Serravalle
(Bologna), uccise con due colpi di fucile la moglie 73enne,
Maria Rosa Elmi, e poi tentò il suicidio sparandosi con la
stessa arma.
L'uomo, dopo un lungo ricovero in ospedale, si trova ora agli
arresti domiciliari in una struttura, accusato di omicidio
aggravato. I carabinieri che indagarono sulla vicenda,
coordinati dal pm Marco Forte, nella casa della coppia trovarono
un biglietto nel quale i due annunciavano la volontà di farla
finita insieme. La donna aveva diversi problemi di salute.
Nell'udienza odierna la Corte ha disposto una consulenza
tecnica d'ufficio per valutare le condizioni psichiche dell'uomo
e poi ha aggiornato il processo al 4 luglio. "Il signor
Bergonzoni - ha detto l'avvocata Eva Biscotti, che lo assiste -
non può essere trattato alla stregua di altre persone che
commettono questo tipo di reato. L'omicidio in questo caso è
stato suggerito non dall'egoismo, ma al contrario dall'amore
assoluto che legava questa coppia e avrebbe reso impossibile la
vita dell'uno senza l'altra", ha sottolineato l'avvocata
dell'anziano.
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