La guardia di Finanza di Ravenna ha sequestrato beni tra immobili e disponibilità finanziarie per 840 mila euro a tre persone accusate di avere illecitamente ottenuto un finanziamento Covid garantito dallo Stato salvo poi appropriarsi della cassa aziendale. La misura è scattata in ragione di un sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale romagnolo su richiesta della Procura per le ipotesi di reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche e truffa aggravata a danno dell'istituto di credito erogante.
Le indagini del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sonno scattate da alcune segnalazioni per operazioni sospette circa movimenti anomali sui conti di un'azienda ravennate operante da vent'anni nel settore delle forniture per ristoranti e alberghi beneficiaria a giugno 2020 di un importante finanziamento ottenuto con la procedura semplificata prevista dalla normativa emergenziale.
Dagli accertamenti bancari è poi emersa un'attività di svuotamento continuo delle casse aziendali a beneficio - si legge in una nota delle Fiamme Gialle - di due persone da poco subentrate nella compagine sociale attraverso un passaggio di quote risalente all'agosto 2020. Intanto l'ex socio unico dell'impresa aveva fatto denuncia in cui lamentava di essere stato raggirato da presunti consulenti aziendali che lo avrebbero prima indotto a richiedere il finanziamento per poi rilevare le quote di sua proprietà senza però pagarne il prezzo.
Anzi, appena acquisita formalmente la titolarità della società, i due consulenti avrebbero cambiato repentinamente atteggiamento estromettendolo dalla gestione commerciale.
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