Hanno trascorso mezza giornata a Budrio, in provincia di Bologna, Mustafa, suo papà Munzir, la mamma Zeynep incinta all'ottavo mese e le due sorelline Nur e Sacide. Il piccolo siriano di sei anni, nato senza arti come conseguenza dell'esposizione della madre al gas nervino durante la guerra in Siria, e il suo papà, rimasto senza una gamba a causa dello scoppio di una bomba, devono la speranza per un futuro migliore allo scatto del fotografo turco Mehmet Aslan, vincitore del Siena International Photo Awards 2021. Quel ritratto gioioso di Mustafa sollevato verso il cielo tra le braccia del padre Munzir ha fatto girare la loro storia nel mondo e alimentare la solidarietà. Questa mattina tutta la famiglia è partita in pulmino da Siena, dove sono accolti da gennaio, accompagnata da don Vittorio Giglio dell'arcidiocesi senese, da Anna Ferretti della Caritas locale e da un'interprete.
Destinazione Budrio, nella Bassa bolognese, la cittadina dove si trasferiranno a settembre per iniziare il percorso di cura e riabilitazione al Centro protesi Inail, un'eccellenza del settore che ogni anno offre 11mila trattamenti. Il sorriso di Mustafa che spesso si trasforma in risata dolce e spontanea verso tutto e tutti e lo sguardo protettivo su di lui del papà Munzir hanno da subito illuminato la piazza del Comune, prima tappa della gita bolognese. "Siamo emozionati e felici di averli qui, ora ci adopereremo per trovare loro un alloggio e organizzare l'accoglienza migliore in vista del lungo percorso di cura che dovranno affrontare", ha detto il sindaco Maurizio Mazzanti. Per i genitori, quello che si sta per realizzare è un sogno: "Non vedevo l'ora di arrivare qui a Budrio, lo aspettiamo da tanto questo momento - ha raccontato la mamma Zeynab - ancora qualche mese e torneremo".
Nel frattempo, la famiglia di Mustafa si allargherà, a luglio è attesa la nascita della terza sorellina, che si chiamerà Maria: "Ho scelto questo nome perché sono molto legata alla Vergine Maria", ha sottolineato la madre. Anche il Centro protesi si sta preparando: "A fine settembre è fissata la prima visita tecnico-sanitaria - ha spiegato Simona Amadesi, responsabile comunicazione della struttura - l'equipe multidisciplinare farà tutto il possibile per garantire loro il recupero della massima autonomia". Il percorso avrebbe dovuto iniziare prima, ma sono intervenute alcune complicanze: "Queste persone - ha aggiunto - oltre ai problemi fisici stanno affrontando il trauma della guerra, sarà avviato per loro il percorso più idoneo". Dopo l'incontro con il sindaco al palazzo comunale, per la famiglia è stata organizzata una visita al museo dei burattini, alcuni sono stati loro regalati, poi una passeggiata nel centro storico fino alla scuola primaria del paese che probabilmente il prossimo anno accoglierà Mustafa, le battute e i sorrisi scambiati dal piccolo con il comandante della stazione dei carabinieri Fabio Accurso e il pranzo in parrocchia organizzato dalla Caritas. Papà Munzir, affaticato, pieno di speranza, ha ringraziato: "Siamo felici di essere in Italia, stiamo bene e ora ci concentriamo sulle cure per Mustafa - ha detto - anche se il nostro pensiero continua a essere rivolto alla Siria, alla guerra, ai parenti e amici che sono rimasti là".