(ANSA) - BOLOGNA, 08 GIU - "Voterò no ai quesiti sulla legge
Severino e sulla custodia cautelare. In particolare in questa
seconda materia se venisse meno la possibilità di applicare
misure cautelari sulla base del solo rischio di commissione di
altri reati, la stragrande maggioranza dei criminali
attenderebbe il processo in libertà, liberi quindi di commettere
ulteriori delitti. Voterò si agli altri tre quesiti e con
particolare convinzione quello sulla separazione delle funzioni
tra giudice e pubblico ministero". Lo dice Valter Giovannini, ex
procuratore aggiunto di Bologna, spiegando il proprio pensiero
in merito ai referendum sulla giustizia di domenica.
Per il magistrato in pensione "da tempo ormai si tratta di
mestieri differenti che necessitano di percorsi formativi
diversi. Alla cultura della giurisdizione dei giudicanti si deve
affiancare la cultura dell'investigazione per i magistrati
inquirenti". Del resto "in questi giorni si è ricordata mille
volte la strage di Capaci: ebbene, Giovanni Falcone sosteneva la
separazione delle funzioni proprio sulla scorta della sua
immensa e irripetibile cultura dell'investigazione seria e
professionale".
"Comunque vadano i referendum - dice ancora - rimarrà
ineludibile il problema del correntismo in magistratura. Dopo il
'ciclone Palamara' e le sue dichiarazioni pubbliche, nulla o
quasi è cambiato. Per superare tutto ciò solo il sorteggio per
il Csm potrà anestetizzare lo strapotere delle correnti".
Rispetto alla partecipazione al voto "in democrazia, soprattutto
quando il sistema è appesantito e, a tratti, bloccato, esprimere
la propria opinione sia sempre utile. È vero i quesiti sono
tecnici ma con un po' di buona volontà, se si vuole, ciascuno
può comprenderli e formarsi una sua opinione. Certo aiuterebbe
una maggiore informazione soprattutto da parte della televisione
pubblica". (ANSA).