Tra la seta e le spezie, ambra del Baltico e avorio dall'India, lungo le rotte commerciali dell'Impero Bizantino viaggiò anche un tesoro musicale: quello racchiuso nelle corde della lira bizantina, che, insieme all'arabo rebab, ha scritto le prime pagine della storia degli strumenti ad arco in Europa. Nulla di più naturale, dunque, che oggi sia proprio la bizantina Ravenna a farsi nuovamente capitale del violoncello: dal 16 al 19 giugno, Ravenna Festival ospita infatti i 100 Cellos capitanati da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi.
La mappa di Cellolandia si compone di teatri, chiostri, basiliche ed è popolata di maestri dell'archetto, come Mario Brunello e Massimo Polidori, e di giovani virtuosi. Che, in quattro giornate di eventi, mettono alla prova il proprio strumento affrontando terreni impervi, altezze vertiginose, mischie incandescenti: da un "concerto fiume" sulle cui onde navigare fino al cuore della notte ai Disarmanti concerti del mattino e della sera, dalle improvvisazioni su temi sacri sotto cieli di mosaici fino al grande concerto finale nel segno del Prog-Rock con una straordinario alleata, la leggendaria Premiata Forneria Marconi. Perché Ravenna? "Per tanti motivi, - spiega Giovanni Sollima - perché sentiamo l'amore per la musica della città, perché lo condividiamo, perché Ravenna ha una dimensione umana incredibile. Per noi che portiamo a spasso questo strumento, uno strumento che fa subito gruppo per la sua grande duttilità e che può interpretare una gamma vastissima di suoni, Ravenna è la destinazione ideale".
Sono trascorsi sei anni dalla prima avventura di Cellolandia in città (e dieci dalla nascita dei 100 Cellos a Roma, nel Teatro Valle occupato), ma "Cellolandia è rimasta nel cuore di tutti quelli che hanno partecipato in passato - sottolinea Enrico Melozzi, che con Sollima firma la direzione artistica del progetto - e siamo grati al Festival per averci dato la possibilità di tornare in una città che è riuscita a valorizzare le nostre idee, una città così viva a livello culturale da essere un orgoglio per l'Italia e l'Europa".
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