Riccardo Muti torna al Ravenna Festival dopo i concerti a Lourdes e Loreto de 'Le vie dell'Amicizia': il 21 luglio alle 21 il Pala de André riabbraccerà il 'suo Maestro' ancora una volta sul podio dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, una sorta di rito che negli anni si è andato sempre più consolidando. La serata, che coincide anche con la chiusura della prima parte del Festival (in autunno ci sarà come di consueto l'opera, quest'anno la trilogia di Mozart e Da Ponte composta da Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte), vede il celebre direttore impegnato in un programma dai contorni in parte inconsueti, ma decisamente accattivante. La locandina si aprirà infatti con la sinfonia in do maggiore 'Roma' di Georges Bizet, un brano di rara esecuzione. A seguire il Poema sinfonico Op. 62 'Il lago incantato' del russo Anatolij Konstantinovic Ljadov, compositore pressoché sconosciuto dal grande pubblico eppure riconosciuto e stimato dai più grandi della sua epoca per l'inconfondibile vena creativa. In chiusura di serata quel monumento alle possibilità espressive e timbriche dell'orchestra che sono 'Les préludes', il poema sinfonico per il quale Franz Liszt si ispirò all'opera di Alphonse de Lamartine.
Un programma dunque che è una raccolta di musiche accomunate da titoli che rimandano a qualcosa che esce dai confini della musica stessa: un luogo geografico preciso come Roma, poi un luogo indefinito come un lago incantato o, meglio, l'omonimo quadro dipinto da Arseny Meshchersky che ispirò Ljadov; e ancora i versi poetici di Lamartine, per Liszt. Opere che superano le suggestioni originarie per articolarsi secondo logiche squisitamente musicali e parlare appunto il linguaggio assoluto e universale della musica.
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