Era da anni, tanti, che Francesco
Guccini accarezzava l'idea di un album di cover. Lo ha fatto
ora, dieci anni dopo aver annunciato la decisione di smettere di
fare concerti e scrivere canzoni, mettendo insieme quelle che
sono diventate il suo nuovo lavoro 'Canzoni da intorto', che Bmg
ha deciso di pubblicare solo in formato fisico. C'è il cd, c'è
il disco, ma non si può ascoltarlo sulle varie piattaforme in
streaming. "Ignoro cosa sia lo streaming" risponde il cantautore
alla domanda su questa decisione strappando una risata ai
giornalisti.
Non ignora invece la storia di ogni singola canzone che ha
inserito, brani come 'Morti di Reggio Emilia', come la canzone
anarchica 'Addio a Lugano', 'Nel fosco fin del secolo', 'Barun
litrun', brani in dialetti vari come 'El me gatt', 'Tera e aqua'
o l'inglese 'Greensleeves'. Canzoni che "cantavo con gli amici e
le amiche a Bologna" e "mi fa piacere siano di un certo tipo.
Dico la mia parte politica, in maniera non violenta e
sbandierata". Lo dice anche una ghost track, Sluga Naroda,
cantata in ucraino.
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