Se è un luogo comune considerare Leonard Cohen poeta della canzone, è molto raro trovare critici letterari che si siano occupati della sua poesia per musica o l'abbiano inserita nei loro studi sul romanziere e il poeta.
Mentre il grande pubblico può contare su un vasto numero di biografie e analisi delle sue canzoni ad opera di critici musicali o esperti del settore, non esistono monografie critiche esaustive che prendano in considerazione l'intera opera di Cohen. Questa l'ottica che ha spinto Silvia Albertazzi a scrivere 'Leonard Cohen. Manuale per vivere nella sconfitta' (Paginauno, 235 pagine, 19 euro): dimostrare l'appartenenza dell'universo coheniano nella sua totalità al mondo delle lettere e la sua importanza in un contesto di World Literature, senza più separare il poeta e il romanziere dal cantautore.
Prendendo in esame l'intera opera dell'artista canadese, dalle prime prove poetiche degli anni Cinquanta all'ultimo album del 2016, Albertazzi - docente di Letteratura dei paesi di lingua inglese e Storia della cultura inglese all'Università di Bologna, autrice di volumi di saggistica e poesia - dimostra come poesia, narrativa e canzone costituiscano per Cohen un'unica forma espressiva in continua evoluzione, in cui la bellezza dei perdenti e il valore della sconfitta sono esaltati attraverso un uso ipnotico e ammaliante della parola (tanto scritta quanto musicata) che imprigiona chi ascolta o legge in un cerchio magico da cui risulta impossibile uscire, una volta che se ne siano varcati i confini.
Il libro viene presentato, in occasione del secondo anniversario della scomparsa di Cohen, mercoledì 7 novembre (ore 18.30) alla Galleria Ono Arte contemporanea di Bologna. (ANSA).