L'ex Zuccherificio di Classe si trasforma da simbolo di degrado a Museo della Città e del Territorio, con l'antico nome di 'Classis Ravenna', e diventa punto culturale di riferimento per conoscere la storia della città, dai primi insediamenti alla civiltà etrusca, poi al ruolo importante in epoca romana, quindi a Ravenna capitale dell'Esarcato Bizantino. Sabato primo dicembre l'inaugurazione ufficiale, a pochi passi dalla basilica di Sant'Apollinare, tra i tesori massimi di Ravenna, a conclusione del più importante intervento di recupero di archeologia industriale per la realizzazione di un contenitore culturale. Qui, nei primi decenni del '900, seicento operai trasformavano tonnellate di barbabietole in montagne di zucchero che, per nave e ferrovia, raggiungevano l'Italia e l'Europa. Poi il declino, nel 1982 la chiusura. Con l'abbandono della produzione, i grandi fabbricati diventarono ricettacolo di ogni emarginazione. È degli anni Novanta l'idea di trasformare un enorme problema in una fondamentale risorsa per il futuro.
L'investimento che il Comune, con Regione, Mibact e Ue, hanno messo in campo, con l'apporto della Fondazione Cassa di Risparmio, per il recupero e la nuova destinazione del complesso di Classe supera i 22 milioni. "Classis Ravenna sarà il punto di partenza necessaria per ogni visita, non solo alla contigua area archeologica dell'antico Porto di Classe, ma verso l'intera città", anticipa Giuseppe Sassatelli, presidente della Fondazione Ravenna Antica, cui il Comune ha demandato la realizzazione e la gestione del nuovo Museo.
Sotto le imponenti campate, l'area espositiva si svilupperà su 2.600 mq; tutto intorno, un'oasi verde di 15mila mq. La linea del tempo, che segna il percorso di visita, avrà in oltre 600 reperti il perno della narrazione, per coprire il periodo storico che va dall'epoca preromana all'anno Mille. "Non sarà un semplice 'contenitore di materiali' - sottolinea l'assessore comunale alla Cultura, Elsa Signorino - ma sarà anche un attivo centro di ricerca e formazione di altissimo profilo. E come tutti i musei contemporanei, svilupperà una molteplicità di funzioni: attività espositiva, di studio e ricerca, laboratori didattici, laboratori di inclusione digitale per la sperimentazione di startup innovative. Il tutto con una forte vocazione al territorio".(ANSA).