(ANSA) - BOLOGNA, 20 NOV - Tipica della cultura musicale
dell'Ottocento, ma in uso già dai primi anni del Seicento, la
musica da salotto (Salonmusik, per i tedeschi), presentata
spesso per voce e pianoforte, è una manifestazione di diffusione
culturale in voga ancora oggi. Così nel cuore di Bologna, nel
salotto di casa Foscarini-Matteuzzi, vista mozzafiato su piazza
Maggiore, la giovane mezzosoprano russa Maria Ostroukhova ha
proposto un corposo programma di chansons e arie d'opera davanti
a un pubblico di appassionati e di addetti ai lavori,
sovrintendenti e direttori teatrali, maestri di canto e
direttori d'orchestra, giornalisti e agenti teatrali.
Un modo, solo apparentemente insolito, per far conoscere un
vero e proprio talento. In città Maria Ostroukhova aveva già
cantato al Teatro Comunale, ma in una produzione giovanile de
L'italiana in Algeri del progetto Opera Next, senza però
lasciare segno evidente. Bene ha fatto dunque Alberto Spano,
grande fiuto come scopritore di talenti, a proporle un concerto
più intimo, a contatto quasi fisico con il pubblico, che le ha
permesso di mostrare le sue ottime doti: una voce importante,
dal timbro insolito tendente allo scuro contraltile, un grande
controllo e occhi che brillano di eccitazione quando canta
l'aria di Ottavia dall'Incoronazione di Poppea di Monteverdi o
quelle dell'amatissimo Haendel (da Orlando e Ariodante), o le
più recenti liriche di Ravel e Rachmaninov, o la temibile Cruda
sorte rossiniana.
A molti ha ricordato la mai troppo compianta Lucia
Valentini-Terrani. Accompagnata al pianoforte dalla madre, Anna
Arzamanova, sua prima insegnante, Maria Ostroukhova vanta un
curriculum di tutto rispetto: diploma in pianoforte al
Conservatorio di Mosca, laurea in canto al Royal College Music
of London e l'interpretazione in vari festival e teatri di molte
opere, soprattutto del repertorio barocco, non disdegnando
neppure esibirsi in concerto (Requiem di Verdi e Stabat Mater di
Pergolesi). Una sera al Festival Haendel di Londra fu chiamata
mezz'ora prima che l'opera iniziasse per sostituire una collega
ammalata, si precipitò al Britten Theatre, scaldò rapidamente la
voce, salì sul palco e cantò: seppure spaventata ottenne un
grande consenso. Cosa accaduta anche ieri sera, festeggiatissima
ha bissato cantando Je te veux di Erik Satie. (ANSA).