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Un terzo del bilancio europeo è destinato a ridurre le disparità tra le regioni
BRUXELLES - La politica di coesione è costituita centinaia di migliaia di progetti in tutta Europa che ricevono risorse da tre dei cinque fondi strutturali europei: quello per lo Sviluppo regionale, quello Sociale e quello di Coesione (gli altri due sono il Fondo agricolo per lo sviluppo rurale e quello per il Mare e la pesca).
L'obiettivo generale della politica di coesione - definita nel Single European Act del 1986 - è quello di "ridurre le disparità tra le varie regioni e l'arretramento delle regioni meno favorite". Questo è specificamente il ruolo dei progetti finanziati dal Fondo di coesione. Il trattato di Lisbona ha poi aggiunto un altro aspetto, quello della "coesione economica, sociale e territoriale". L'idea è che la politica di coesione debba, oltre a ridurre le disparità, anche promuovere in generale uno sviluppo territoriale più equilibrato e sostenibile. E qui entrano in gioco le risorse del Fondo di sviluppo regionale.
La politica di coesione dispone di un budget complessivo di 351,8 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, circa un terzo dell'intero bilancio comunitario. A questi si aggiungono i contributi nazionali e gli altri investimenti privati, per un impatto complessivo stimato in circa 450 miliardi di euro. Più della metà delle risorse comunitarie impiegate, 182,2 miliardi, è destinata alle regioni meno sviluppate, che hanno un Pil inferiore al 75% della media comunitaria. Altri 35 miliardi sono destinati alle regioni "in transizione", che hanno un Pil compreso tra il 75% e il 90% della media, e 54 miliardi vanno alle regioni che superano il 90%.
Per l'Italia, complessivamente - considerando sia le risorse comunitarie che i cofinanziamenti nazionali pubblici e privati - le risorse finanziarie assegnate per il ciclo 2014-2020 ammontano a 140,6 miliardi di euro. I fondi strutturali coprono 44,6 miliardi, a cui si aggiungono 31,4 miliardi di cofinanziamento nazionale. Altri 54,7 miliardi arrivano dal fondo nazionale sviluppo e coesione (che per l'80% vanno a sostegno del Mezzogiorno). Voci minori (finanziate con risorse comunitarie) sono poi i programmi complementari e Pac (7,7 miliardi), la Cooperazione Territoriale Europea (1,3 miliardi) e il Fondo di aiuti europei agli indigenti (789 milioni).
Consulta il sito dell'Agenzia della coesione del governo italiano qui.
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Ma in effetti che cos'è una regione, secondo la definizione dell'Ue? Ogni Paese ha le sue divisioni amministrative e occorreva un definizione univoca. Così l'Unione ha dato vita a un sistema di classificazione che si chiama Nuts, suddiviso in diversi livelli. Il Fondo di sviluppo regionale prende in considerazione il Nuts livello 2, che divide tutto il territorio dell'Unione in 274 aree, con una popolazione compresa tra gli 800 mila e i 3 milioni di residenti. Per l'Italia la suddivisione coincide in sostanza con le regioni.
Va chiarita una cosa: questo sistema non ha a che fare con le "Euroregioni", che sono delle associazioni che risalgono al secondo dopoguerra, quando diversi politici locali, nell'ottica di scongiurare nuovi conflitti e per promuovere la collaborazione reciproca, promossero interessi comuni transfrontalieri. Le Euroregioni non rientrano nel quadro delle istituzioni Ue, anche se spesso sono coinvolte in progetti di cooperazione regionale. A rappresentare queste Euroregioni - che sono poco meno di 200 - è l'Associazione delle regioni europee di confine.
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La politica di coesione attinge le risorse in particolare a tre fondi. Vediamoli nel dettaglio.
IL FONDO DI SVILUPPO REGIONALE
Il Fondo di sviluppo regionale finanzia progetti in quattro aree chiave: ricerca e innovazione, economia digitale, competitività delle Pmi, economia verde. L'Ue punta molto soprattutto sui progetti che vedono la cooperazione transfrontaliera tra regioni europee di Stati membri diversi. Si tratta del fondo più corposo dei tre: per il 2014-2020 dispone di 280 miliardi di euro.
IL FONDO SOCIALE EUROPEO
Il fondo sociale europeo è il principale strumento di investimento nelle persone: i suoi obiettivi sono aiutare i cittadini a trovare lavoro o a dare vita a una propria attività, sostenere i gruppi svantaggiati, favorire l'educazione e rendere i servizi pubblici più efficienti. Tra le sue aree di sostegno anche l'Iniziativa per l'impiego giovanile. Il budget di questo fondo per il periodo 2014-2020 è pari a poco più di 121 miliardi di euro.
IL FONDO DI COESIONE
Il fondo di coesione mira ad aiutare le aree più povere dell'Unione a recuperare la distanza rispetto a quelle più ricche. Per questo motivo si applica solo ai Paesi il cui Pil è inferiore al 90% di quello medio dell'Ue, e questo esclude l'Italia. Le risorse, pari a 75,4 miliardi di euro, sono destinate a 15 Paesi membri (Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia).
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