Nel mezzo di una delle più profonde crisi che si sia mai trovata ad affrontare, l’Unione europea celebra l’anniversario dei suoi trattati fondatori. Sono passati 60 anni da quel 25 marzo 1957, quando vennero firmati i Trattati di Roma, atto di nascita dell’allora Comunità europea, embrione di ciò che oggi è l’Unione europea. Furono Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo a decidere di rilanciare il progetto europeo dopo il fallimento della Ced (Comunità europea di difesa), rigettata tre anni prima dall’Assemblea nazionale di Parigi.
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Le proposte sul tavolo:
Cinque scenari "concreti", senza modifica dei Trattati, per rilanciare il funzionamento dell'Unione europea dopo la Brexit. È quanto delinea il 'Libro bianco' presentato a marzo dalla Commissione europea, che ha lo scopo dichiarato di "mettere pressione ai governi Ue perché definiscano la loro visione per il futuro dell'Europa". La prima idea, "Avanti così", è nel solco dell'attuale, in continuità con la dichiarazione di Bratislava; il secondo si concentra "Solo" sul "mercato unico"; il terzo "Chi vuole di più fa di più", ovvero un'Ue a più velocità ; il quarto prevede "Fare meno in modo più efficace", circoscrivendo il campo d'azione; il quinto punta sull'ipotesi federalista "Fare molto di più insieme".Â
Il tema del futuro dell'Ue è stato affrontato anche dal Parlamento europeo, che a febbraio ha approvato tre distinte risoluzioni sul tema. Strasburgo propone misure che vanno dal potenziamento della governance della zona euro, anche con l'istituzione di un vero e proprio ministro Ue delle finanze, alla nascita di un Fondo monetario europeo. Riforme da realizzare applicando al 100% il Trattato di Lisbona ma, per le proposte più radicali, modificando addirittura i Trattati.
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