BRUXELLES - Il Parlamento europeo lancia un ultimatum ai governi dell'Ue: ''Non accoglieremo l'invito del Consiglio di partecipare alla sessione ministeriale del 24 giugno a Lussemburgo per decidere in quel momento la riforma della Politica agricola, se nelle prossime ore, nei prossimi giorni, non emergeranno risultati concreti dalle trattative in corso''. Infatti, ''a tre settimane dai lavori ministeriali e dopo 24 round di negoziati - ha spiegato il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento, Paolo De Castro, a nome dei negoziatori presenti - ''non abbiamo registrato alcun accordo politico'', e ''non intendiamo raggiungerlo l'ultima notte''.
Anche Giovanni La Via (Pdl), relatore del Parlamento per il finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac, ha lanciato: ''il Consiglio deve negoziare e non irrigidirsi sulle sue posizioni''. Prima della riunione informale di Dublino a fine maggio - ha poi ammesso - ''ero moderatamente ottimista sulla possibilita' di chiudere in tempi brevi. Ora, data la rigidita' del Consiglio, devo constatare l'aumento delle difficolta' nei negoziati e quindi di una loro conclusione entro fine giugno'', quando scade il semestre di presidenza irlandese.
De Castro assicura poi che ''tutti i gruppi politici hanno ribadito la loro determinazione a far valere la volonta' espressa nel mandato ricevuto dall'Assemblea europea. Ci sono questioni vitali su cui non possiamo cedere - ha sottolineato - parlando del futuro dei giovani in agricoltura, delle piccole imprese, delle condizione sulla convergenza degli aiuti Ue all'interno dello stesso stato membro, della salvaguardia delle colture arboree''. Ma anche - ha aggiunto La Via - ''sui temi inerenti le Agenzie di pagamento degli aiuti, il sistema di allerta, le sanzioni legate agli aiuti verdi su cui il Consiglio ha posto un veto''. Il Parlamento - hanno concluso all'unisono - e' disposto a lavorare 7 giorni su sette e 24 ore, ma ognuno deve assumersi le proprie responsabilita'.