BRUXELLES - In arrivo dall'Ue 29,38 miliardi di fondi strutturali per le politiche di coesione dell'Italia, che si attesta seconda beneficiaria in Europa, in termini assoluti, dopo la Polonia, principale beneficiaria con 72,568 mld. E anche se i dati potrebbero ancora variare in base agli accordi finali sul budget 2014-2020 tra Consiglio Parlamento, l'Italia sembra essere riuscita a confermare all'incirca la stessa cifra strappata nel precedente quadro finanziario 2007-2013, quando il bilancio dell'Unione era più ricco.
Un dato, che se da un lato risulta positivo, perché il Belpaese potrà così contare su linfa importante per tentare di rimettere in piedi la propria economia, dall'altro denuncia lo stato di difficoltà generalizzato in cui versa la Penisola, da nord a sud, come rivelano gli indicatori europei.
Se alla fascia delle Regioni italiane meno sviluppate viene allocato il grosso dei fondi, per un totale di 20,262 miliardi, per quelle in transizione è previsto un mld. Ai territori più sviluppati ne saranno invece corrisposti 6,982. Infine, 994 milioni saranno per la cooperazione territoriale.
Intanto però in Italia è giallo sull'articolo riguardante l'agenzia della coesione territoriale, previsto nel dl sulla Pubblica amministrazione. Secondo quanto si apprende da ambienti di Governo la norma traballa anche per la contrarietà del Pdl.
L'agenzia, dovrebbe svolgere un compito di coordinamento e di indirizzo delle politiche di coesione, rafforzando in qualche modo il ruolo di Roma, anche per assicurare che i fondi non vadano persi, come potrebbe accadere con l'attuale quadro finanziario. Restano infatti 16,7 miliardi di fondi strutturali da assorbire entro il 2015 ed oltre un terzo sono a rischio.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi però rassicura: nel pacchetto sulla Pa, "vi è una norma sulla razionalizzazione delle politiche di coesione, volta a rafforzare gli strumenti per migliorare la capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche per i fondi strutturali, in vista del nuovo ciclo 2014-2020". E a questo punto non resta che attendere di vedere cosa accadrà al Cdm di lunedì.
Del resto il tentativo di far nascere l'Agenzia della coesione territoriale era sfumato già un paio di volte nei mesi scorsi. Nell'ottobre 2012 era stata stralciata dalla legge di stabilità perché considerata estranea per materia. Un altra prova era naufragata a dicembre, quando un emendamento del Governo al decreto Sviluppo era stato bocciato dalla Commissione Bilancio del Senato, per problemi di copertura.
L'Agenzia era stata proposta nella precedente legislatura dall'ex ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, ed ora il testimone è passato al nuovo ministro della coesione territoriale Carlo Trigilia. (ANSA).