BRUXELLES - Le imprese europee sono sempre più 'ecoefficienti', al punto che il 42% ha un dipendente 'verde', ovvero una persona specializzata che opera direttamente con informazioni, tecnologie o materiali che salvaguardano o ripristinano la qualità dell'ambiente. E l'Italia è tra le posizioni top, ben sopra la media Ue, con il 56%. A fare meglio solo Croazia (68%) e Slovacchia (58%). E' quanto emerge dall'ultima indagine dell'Eurobarometro, che per il 2013 ha registrato così una crescita del 5% rispetto al 2012.
Ben il 93% delle pmi europee (91% quelle italiane), inoltre, ''sta adottando almeno una misura per migliorare l'efficienza nella gestione delle risorse'', tra cui riduzione degli sprechi (67% Ue, 65% Italia), risparmio energetico (67% Ue, decisamente più indietro l'Italia con il 44%), di materiali (59% Ue, 40% Italia) e di acqua (51% Ue, 32% Italia), e utilizzo di energia da fonti rinnovabili (16% Ue, meglio l'Italia con il 17%). Un'azienda su quattro offre prodotti o servizi ecologici (26% Ue, 25% Italia). Più di un terzo (35%) è attivo nel settore dei materiali riciclati (+6% rispetto al 2012), mentre costruzioni, alimentare e macchinari sono ancora i prodotti ecologici più venduti.
Rispetto agli Stati Uniti, però, l'Europa sta progressivamente perdendo terreno: dal 2012 non è cresciuto il numero di imprese attive nel 'verde' (ferme al 26%), mentre in America sono arrivate al 34%, e sono anche cresciuti i dipendenti verdi (+1,5 Usa contro +0,4 Ue). Un limite resta il fatto che le pmi europee operano esclusivamente sui rispettivi mercati interni nazionali (91%), solo il 19% sul mercato Ue e appena il 7% nei paesi terzi.
''Dobbiamo sostenere maggiormente gli sforzi delle imprese, in modo che possano trarre vantaggio dalle possibilità non sfruttate di ridurre i costi, incrementare le entrate e creare nuovi posti di lavoro 'verdi''', ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, invitando a ''non dormire sugli allori''. Secondo le aziende, potrebbero aiutare contributi (34%) per investimenti per una produzione ecoefficiente, e incentivi finanziari (46%) per lo sviluppo di ulteriori prodotti 'verdi' per chi già ne produce o per farli lanciare a chi ancora non lo fa (29%).