Il documento reso noto oggi è composto da 50 pagine e prende in esame il periodo che va dal primo gennaio 2008 al 31 dicembre 2011. La Carta sociale europea, firmata a Torino nel 1961 e rivista nel 1996, è una delle convenzioni internazionali alla base dell'attività del Consiglio d'Europa, l'organismo paneuropeo a cui aderiscono 47 Paesi. Naturale complemento alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo che tutela i diritti civili e politici degli individui, la Carta garantisce i diritti sociali ed economici in materia di alloggio, salute, istruzione, occupazione, circolazione delle persone, non discriminazione e tutela giuridica. Il Comitato per i diritti sociali ha il compito di verificare la compatibilità delle situazioni nazionali con quanto indicato nella Carta.
Nel documento diffuso oggi si evidenzia che "l'Italia non ha dimostrato di aver adottato misure adeguate per combattere la povertà e l'esclusione sociale". Inoltre, secondo il Comitato "le informazioni fornite dal governo non sono sufficienti ad alterare il giudizio di non conformità alla Carta già espresso nelle precedenti conclusioni" pubblicate nel 2009. Soprattutto, "tenendo in considerazione l'aumento della povertà nel Paese, i relativamente bassi sforzi di spesa per disoccupazione ed esclusione sociale, oltre che i moderati effetti ottenuti con i trasferimenti sociali". Ma anche sul fronte della sicurezza sul lavoro e la prevenzione dei rischi è arrivata puntuale la strigliata di Strasburgo. "L'Italia - si sottolinea infatti nel documento - non ha un'appropriata politica per la sicurezza sul lavoro e manca un sistema adeguato di prevenzione dei rischi". Alla luce di queste osservazioni, il Comitato europeo per i diritti sociali del Consiglio d'Europa afferma che l'Italia non ha rispettato il diritto dei lavoratori alla sicurezza e l'igiene tra il 2008 e il 2011.
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