BRUXELLES - In caso di sciopero del personale, le compagnie aeree sono tenute a rimborsare i passeggeri rimasti a terra in quanto non si tratta di una "circostanza eccezionale". E' quanto ha stabilito la Corte di giustizia dell'Ue in merito al caso Tuifly che, nel settembre 2016, in seguito all'annuncio di un piano di ristrutturazione, ha visto piloti e personale di cabina non presentarsi al lavoro con conseguenti cancellazioni e ritardi dei voli. La compagnia aerea si è però rifiutata di compensare i clienti, ritenendo lo "sciopero selvaggio" un evento al di fuori del suo controllo.
I giudici di Lussemburgo hanno dato torto a Tuifly, stabilendo che le circostanze eccezionali che esonerano un vettore aereo dal rimborso "non devono essere, per sua natura o per sua origine, inerenti al normale esercizio dell'attività della compagnia aerea" e devono "sfuggire all'effettivo controllo di quest'ultima". Al contrario, "le ristrutturazioni e le riorganizzazioni fanno parte delle normali misure di gestione delle imprese", incluse quelle aeree, e uno "sciopero selvaggio", ovvero non ufficialmente proclamato da un sindacato, "non rileva ai fini della valutazione della nozione di 'circostanze eccezionali'".
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