BRUXELLES - L'Italia e' sulla rotta giusta per arrivare al target Ue di riciclo dei rifiuti urbani del 50% per il 2020. Il tallone d'Achille del Belpaese rimangono pero' le ''enormi'' differenze fra regioni, con un progressivo 'riscatto' della Campania che ha registrato fra il 2008 e il 2010 il salto maggiore nel tasso di riciclo (+14%), seguita da Marche (+13%) e Sardegna (+13%).
A disegnare il quadro e' l'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), che vede cinque Paesi aver gia' centrato l'obiettivo Ue di riciclo del 2020 nel 2010: Austria (63%), Germania (62%), Belgio (58%), Olanda (51%) e Svizzera (51%). ''In un periodo relativamente breve, alcuni Paesi hanno promosso con successo una cultura del riciclo, con infrastrutture, incentivi e campagne di sensibilizzazione. Altri continuano invece a restare indietro, sprecando enormi quantita' di risorse'' afferma Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'Aea.
Per l'Italia, il rapporto Ue rileva forti differenze fra una regione e l'altra: nel 2010 il tasso di riciclo complessivo andava dal 9% della Sicilia al 59% del Veneto, il riciclo dei materiali dal 6% della Sicilia al 37% del Trentino Alto Adige e il riciclo dell'organico dall'1% della Basilicata al 26% del Veneto. Quanto al diffuso ricorso alla discarica, secondo l'Aea la tassa sulle discariche in Italia ''ha contribuito a dirottare i rifiuti'' altrove, ma con un ''effetto limitato, perche' la tassa e' ancora bassa'' e non darebbe ''incentivi sufficienti per una scelta alternativa''.