BRUXELLES - L'Italia è maglia nera in Ue per procedure d'infrazione aperte a fine 2012, con il numero record di 99 casi. A seguire il Belgio, con 92, la Spagna (91), e poi Polonia (82) e Grecia (81). E' quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione europea. L'Italia ha anche il record negativo di procedure d'infrazione aperte per trasposizione tardiva delle norme Ue, con 36 casi, seguita da Portogallo e (34) e Ungheria (26). Altro record, poi, per il numero di reclami presentati alla Commissione direttamente dai cittadini nei confronti di un paese, dove contro l'Italia sono stati ben 438 (seconda la Spagna con 306 e terza la Francia con 242).
Nel complesso, però, dal rapporto Ue emerge che il numero di casi di procedure d'infrazione aperti nei 28 continua a diminuire, confermando il trend positivo degli ultimi anni. Nel 2009, i casi aperti a fine anno erano 2.900, scesi a 2100 a fine 2010, ulteriormente calati a 1.775 a fine 2011 per arrivare a 1.343 a fine 2012. I paesi più virtuosi sono stati Lettonia, Lituania ed Estonia (rispettivamente 20, 22 e 24 casi aperti a fine anno scorso). I settori in cui gli stati membri sono stati poco 'diligenti' nell'applicare la legislazione europea sono l'ambiente, i trasporti, la tassazione e il mercato interno, rappresentando insieme circa il 60% delle procedure d'infrazione aperte.