Da Marco Tardelli a Marco Parolo. Nella distanza tra i due estremi della storia azzurra sta tutto il 'sogno' della nazionale operaia di Antonio Conte, impersonato dall'attuale titolare della maglia numero 18. "Si', ho letto che qualcuno mi ha paragonato a 'l'urlo Mundial' - racconta l'umile Parolo nel lento avvicinamento agli ottavi, inframezzato dall'Irlanda - E' un paragone enorme, rende orgoglioso e pesa: ma una confessione devo farla, proprio Tardelli e' sempre stato il mio modello. Difesa, attacco, e magari qualche gol pesante...".
Sogno e' la parola piu' ricorrente, in questi giorni nel ritiro di Montpellier. E fa rima con piccolo. Ora che gli ottavi sono conquistati con un turno di anticipo, c'e' voglia di rivalsa in giocatori che si sono sentiti etichettare come scarsi. "Dobbiamo ammetterlo, lo spirito di rivalsa e' una molla: essere 'pizzicati' ti fa rendere di piu'. E' una vita che ci convivo, parto tra le critiche e concludo tra gli apprezzamenti. Per questo a 31 anni mi sento ancora giovane, come calciatore, e in grado di imparare dai miei limiti". In fondo e' questo il messaggio lanciato dalla nazionale di Conte: solo essendo piccoli e umili si può sognare in grande. "Io ad esempio mi sento un antipersonaggio - spiega Parolo - e sono felice di esserlo. Sono molto riservato, anche se in borghese mi definiscono un 'burlone'.
Tra noi il piu' divertente e' Sirigu, chattiamo in dialetto e spesso servirebbe il traduttore... Ma a me in genere non mi piace essere sui social, preferisco una vita riservata. In tutte le nazionali che hanno vinto ci sono questi personaggi, passare inosservato e dare la propria mano e' ancora piu' bello. E' facile essere ricordati essendo personaggi, fai un piccolo gesto e ottieni grande eco. Invece dare una mano così, da antidivi, e' piu' bello. Preferisco non andare sulle copertine dei rotocalchi, passare inosservato fuori dal campo e dare tutto il mio aiuto nei 90'". Certo, l'amarezza in qualche caso rimane.
"Si e' parlato di una nazionale senza qualita' - fa notare - anche oltre la realtà: pensate al gol di Eder, lo avessero segnato Messi o Ronaldo l'avrebbero celebrato come il gol del torneo...E poi il talento non e' solo il colpo di genio: c'e' il talento della corsa, quello della determinazione, quello dei colpi improvvisi. Ecco, quest'Italia e' un mix di tutto questo". A Parolo, tocca il cosiddetto 'lavoro oscuro' "Però ho anche licenza di tirare, Conte mi chiede di andare spesso in area per creare superiorita' numerica e cercare il gol: ma correre dalla difesa all'attacco e' dura, non sempre arrivi li' in fondo. Cosi' attorno a questo gol in nazionale giro attorno da tempo - conclude riferendosi alla traversa con la Svezia - Spero di arrivarci presto". Per urlare tutta la propria gioia