"Più fondi alla ricerca, specie se
si vuole evitare la fuga di cervelli, e rispetto delle attuali
proporzioni di 2 a 1 nella ripartizione tra i fondi alla ricerca
di base e quelli alla ricerca applicata". Sono i due punti
cardine in base ai quali andrebbe assegnata al settore la quota
di Recovery Fund secondo Stefano Ruffo, direttore della Scuola
internazionale di Studi Superiori Avanzati (Sissa) di Trieste,
che interviene nel dibattito in corso.
Da bozze e indiscrezioni circolate, risulta che "nei 7 anni
considerati, 10/11 miliardi di euro verrebbero destinati a
ricerca e sviluppo, cioè il capitolo 'Dalla ricerca all'
impresa'. Sono pochi - taglia corto Ruffo - la cifra più congrua
è almeno 15 miliardi". Inoltre, "dei 10 miliardi, 4 andrebbero
alle aziende (ricerca applicata, ndr), soltanto i restanti 6
andrebbero alla ricerca" pura. "Alla fine, per i giovani
ricercatori, che sono uno dei drammi del nostro Paese, sarebbero
disponibili solo 600 milioni in 7 anni, che è ridicolo".
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