"Ha diritto a fare immediato
ingresso in Italia, in applicazione dell'articolo 10 della
Costituzione, per poter chiedere asilo, il cittadino straniero
illegalmente riammesso in Slovenia e poi in Bosnia sulla base
dell'accordo Italia-Slovenia". Lo afferma l'Associazione per gli
studi giuridici per l'immigrazione (Asgi), riportando l'esito di
una decisione del Tribunale di Roma che con un'ordinanza del 18
gennaio ha accolto il ricorso urgente presentato da un cittadino
pachistano, richiedente asilo, arrivato a Trieste e riammesso a
luglio 2020 in Slovenia, da qui in Croazia e quindi in Bosnia.
Con tale decisione, osserva l'Asgi in una nota, "il Tribunale
ha sancito l'illegittimità della procedura di riammissione
attuata al confine orientale italiano sulla base di un accordo
siglato tra Italia e Slovenia nel 1996, mai ratificato dal
Parlamento italiano. Tale procedura, ha osservato il Tribunale,
è condotta in palese violazione delle norme internazionali,
europee e interne che regolano l'accesso alla procedura di
asilo, è eseguita senza la consegna agli interessati di alcun
provvedimento e senza alcun esame delle situazioni individuali,
dunque con chiara lesione del diritto di difesa e del diritto
alla presentazione di un ricorso effettivo". Inoltre - aggiunge
la nota - "è realizzata mediante un trattenimento esperito senza
alcun ordine dell'autorità giudiziaria ed è in palese contrasto
con l'obbligo di non refoulement che vieta di esporre lo
straniero a rischi di trattamenti inumani e degradanti".
Per l'Asgi, la decisione, ottenuta dalle avvocate Caterina
Bove e Anna Brambilla dell'Asgi, "rappresenta un tassello
fondamentale per il ripristino della legalità alla frontiera
orientale italiana".
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