"La condizione del mio personaggio,
il maestro Fiorentino Crispini, arrestato per un reato
d'opinione durante la dittatura fascista in Italia, non è
diversa da quella di molti cittadini afgani che si trovano oggi
a fare i conti con il regime imposto dai talebani". Lo ha detto
oggi lo scrittore Andrea Vitali, a margine dell'Incontro con
l'autore e il vino al Palapineta di Lignano Pineta (Udine), dove
ha presentato il suo ultimo romanzo "Un bello scherzo: I casi
del maresciallo Ernesto Maccadò" (Garzanti), e ha annunciato
l'uscita per lo stesso editore il 28 ottobre de "La gita in
barchetta", ambientato sempre sul lago di Como, ma negli anni
Sessanta.
"Ciò che più mi angustia dell'Afghanistan attuale è che molte
persone pur volendolo non potranno abbandonare il Paese - ha
aggiunto Vitali - perché i talebani hanno già affermato che il
popolo è 'cosa loro', quasi fosse composto da oggetti più che da
esseri umani". Intervistato dallo scrittore Alberto Garlini nel
corso dell'incontro incluso nel ciclo organizzato
dall'Associazione Culturale Lignano nel Terzo Millennio
presieduta da Giorgio Ardito, curato dallo stesso Garlini e da
Giovanni Munisso, e sostenuto dall'assessorato alla Cultura del
Comune di Lignano, Vitali ha parlato del 'movente' che lo ha
spinto a scrivere l'ultimo romanzo.
"Volevo stupire chi ha già incontrato il maestro Crispini nelle
mie precedenti opere - ha detto - spingendolo a chiedersi perché
questo uomo tranquillo e apparentemente innocuo venga arrestato
a Bellano dalla milizia all'imbrunire del 5 marzo 1935. Il
motivo è la trama del romanzo". Vitali ha spiegato che
l'ispirazione è venuta da un episodio storicamente accaduto. "Il
concorso letterario lanciato nel 1935 dal quotidiano locale La
Provincia - ha detto - al quale ho voluto immaginare che il
maestro Crispini partecipasse". Al termine dell'incontro, la
società agricola Aquila del Torre di Savorgnano del Torre
(Udine) ha proposto il suo Friulano Doc 2018 bio.
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