Calma ma confusione sulle indicazioni da seguire nei bar e caffè di Trieste, dove, come nel resto del Fvg da oggi in zona gialla, sono in vigore le nuove norme del Super Green Pass e i relativi controlli.
"Abbiamo notato tanta confusione tra i clienti, che non sapevano che cosa dovevano esibire - dicono i dipendenti di un locale in centro - A un gruppo di tre persone è stato chiesto di consumare fuori perché avevano solo il qrcode e non il foglio cartaceo". In un altro bar gli avventori si sono dimostrati "in regola, hanno occupato tre tavoli e tutti e tre erano minuti di green pass cartaceo: al banco non lo chiediamo perché non è ancora chiaro se è necessario o meno". Anche in un altro Cafè attendono delucidazioni. Al banco per il momento sembra che anche i non vaccinati possano consumare. Tra gli spazi aperti al pubblico che restano invece sotto l'egida del green pass base, ovvero anche ai testati e non solo ai vaccinati e ai guariti, ci sono le palestre. "Continuiamo a fare i controlli - dicono in un centro di Crossfit - Dall' obbligo della carta verde non abbiamo riscontrato calo di clienti".
A Udine i cittadini sono ligi: dai controlli dei Carabinieri risulta che su 215 persone e 54, tra esercizi pubblici e commerciali controllati, non sono state riscontrate violazioni alla normativa.
A Pordenone, poche mascherine all'aperto mentre non si registrano problemi di sorta per il Super Green pass cartaceo.
Balza agli occhi la scarsissima applicazione dell'obbligo di indossare la mascherina.
Il Pordenone Calcio, che domani sera ospita a Lignano l'Alessandria per la serie B, ha lanciato un appello ai tifosi di entrambe le squadre: "Venite con il Green pass cartaceo. Non saranno ammesse deroghe". Si attendono non più di 500 tifosi.
Green pass: Trieste ristoratori divisi su misure rafforzate
Per alcuni 'già perso tanto'. 'Ma così non chiuderemo', replica
TRIESTE
C'è chi plaude al Green pass 'rafforzato', "una misura che ci permetterà di tenere aperte le nostre attività", e chi invece teme nuove perdite, perché "da oggi rimane esclusa una fetta di clientela". Nel giorno in cui il Friuli Venezia Giulia entra in zona gialla e applica per primo in Italia il super Green pass per le consumazioni al tavolo i titolari dei locali del centro di Trieste si dividono tra pro e contro. A ora di pranzo i ristoranti cominciano a riempirsi. Per sedersi all'interno, oltre al Green pass, occorre esibire anche il certificato vaccinale o di avvenuta guarigione. "Ma le regole non sono ancora chiare, c'è molta confusione su come devono avvenire i controlli da parte nostra", spiegano dalla cassa di un locale della centrale piazza della Borsa. "Condividiamo la stessa confusione che in questo momento ci confidano i clienti". "Facciamo rispettare le regole - dice Assunta, in una pizzeria di via Torino, mentre accoglie alcuni avventori e ne verifica i certificati - ma ho paura che perderemo parte della clientela, perché le temperature sono più rigide e i dehors non si potranno più utilizzare. Come abbiamo visto nelle proteste, a Trieste in diversi non sono vaccinati. Abbiamo già perso molto in questi mesi e perderemo ancora molto". Diversa l'opinione di Riccardo Faggiotto, titolare di due caffè storici in centro città: "Questa stretta è un sacrificio che facciamo ora per non pagare lo scotto dopo. Il lavoro è un po' calato ma la nuova norma ci può consentire di tenere aperto in futuro". "L'anno scorso di fatto in questo periodo proprio non lavoravamo", gli fa eco un altro ristoratore di via Cavana, mentre chiede a due clienti il certificato vaccinale. Alla pausa pranzo degli uffici, in un fast food vicino a piazza della Borsa si formano anche alcune code. A tutti viene chiesto il certificato vaccinale, alcuni lo devono però ancora scaricare dalle app. "Nessuno protesta, tutti si adeguano alla nuova normativa", spiegano gli addetti. In un paio di locali per oggi, giorno di rodaggio, è stato chiesto solo il Green pass. Mentre lungo viale XX Settembre, che a breve ospiterà al fiera di San Nicolò, eliminando di fatto i tavolini esterni dei bar, alcuni titolari si lamentano: "Così siamo doppiamente penalizzati - osservano - in più con gli assembramenti che si verranno a creare, anche i contagi potrebbero aumentare".
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