"Non c'è bisogno di un atto
specifico da parte del governo per riconoscere il porto Franco
di Trieste" ma solo che questo sia "riconosciuto anche a livello
europeo, comunitario, perché il porto Franco è già una
associazione di fatto del nostro scalo". Lo ha detto il
presidente dell'Autorità portuale di Trieste, Zeno D'Agostino,
intervenendo a un incontro sull'extradoganalità dello scalo
giuliano organizzato dal Propeller Club di Trieste, dopo i
chiarimenti chiesti dall'Unione europea e rafforzati in una
lettera giorni fa del Commissario Ue per l'Economia Paolo
Gentiloni.
D'Agostino ha espresso ottimismo sull'argomento sostenendo
che c'è "un consenso tale che ci permette di dire al Governo
italiano: 'bene Gentiloni ti richiama a fare determinati passi,
ma vediamoli insieme'. Nella sua lettera io non vedo qualcosa
che ci colpisce direttamente in maniera emergenziale ma vedo la
possibilità di allestire un tavolo a livello romano per dare
risposte a tutta una serie di soggetti che sino a pochi anni fa
non erano pronti a difendere sul tema del porto franco di
Trieste. Quindi oggi ci sono situazioni che se gestite bene ci
possono permettere di portare a casa dei risultati che
aspettiamo da un bel po' di tempo".
Infine, il presidente dell'Autorità, ha specificato che
occorre "un riconoscimento politico e anche industriale", nel
senso che non basta "declinare lo scalo per la gestione dei
flussi portuali ma anche per le attività manifatturiere e
industriali".
La lettera di Gentiloni risponde alla risoluzione del Senato
che aveva chiesto a Bruxelles di far partire l'iter per
l'applicazione delle esenzioni doganali previste dall'Allegato
VIII del Trattato di pace di Parigi.
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