Un "ennesimo choc per la catena di
fornitura delle nostre imprese". Così Confindustria Udine ha
definito il "lockdown a Shanghai" in seguito al quale "si ferma
anche il porto", il più grande scalo commerciale del mondo dove
ogni anno transitano circa 47 milioni di TEU. Una misura che ha
bloccato "oltre 500 navi mercantili davanti alla costa" della
metropoli, con "ritardi nelle consegne che cominciano ad essere
imprevedibili". Durante il lockdown del 2021, la 'coda' di navi
dentro e fuori lo scalo di Shanghai "non era mai salita oltre
quota 200", per questo "si temono conseguenze ben più forti sul
commercio mondiale rispetto a quelle viste nel recente passato
se le autorità cinesi non allenteranno le restrizioni imposte
dalla politica del cosiddetto 'Covid zero'".
Confindustria Udine ricorda che "affittare un container da 40
piedi da Shanghai a Rotterdam fino all'estate scorsa costava non
più di 2.000 dollari, poi nell'autunno le tariffe sono schizzate
fino a 13.000 dollari e oggi oscillano su cifre analoghe". Una
situazione che si somma al fatto che "i beni prodotti
dall'industria sono molti meno di quelli richiesti dal mercato"
e "all'aumento dei prezzi delle materie prime". Gli effetti del
blocco del porto di Shanghai "saranno evidenti tra 40 o 50
giorni".
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