"Il Registro Regionale delle morti
cardiache improvvise in età giovanile è un progetto molto
importante in cui la Regione Friuli Venezia Giulia ha creduto
fortemente e di cui l'Azienda sanitaria universitaria giuliano
isontina è il motore". Lo ha ribadito Stefano D'Errico, medico
legale e coordinatore del Registro regionale del Fvg, oggi a
Trieste, a margine del convegno "La morte cardiaca improvvisa in
età giovanile: stato dell'arte in Fvg e update delle
conoscenze": "un evento questo - ha proseguito - che nasce dalla
volontà di un confronto tra specialisti di diverse branche. E'
con lo spirito del confronto scientifico e della crescita
culturale che nasce questo evento che ha lo scopo di far
conoscere l'attività fatta in questo anno di sviluppo del
Registro. Avere il polso della situazione in un evento così
drammatico e imprevedibile è estremamente importante".
Una due giorni di approfondimento e studio per orientare la
ricerca scientifica verso la prevenzione e la diagnosi precoce.
"E' importante - ha spiegato Gianfranco Sinagra, direttore della
struttura complessa di cardiologia del nosocomio triestino -
sviluppare la capacità di convertire questa esperienza dolorosa
e tragica in un potenziale progetto di vita perché quelle
malattie che hanno implicazioni genetiche attivano lo screening
della famiglia, quindi la possibilità di identificare soggetti
che fino a quel momento non sapevano. Questo tema intercetta
l'educazione di comunità sulla rianimazione cardio-polmonare
dell'arresto cardiaco extra ospedaliero. Tutti i Paesi nei quali
questo tipo di mortalità è migliorata sono quelli che hanno
investito in educazione di comunità. Altro fattore fondamentale
è fare rete, far lavorare professionisti di varie specialità
insieme".
Tra i focus, anche uno sulla morte improvvisa negli atleti
tenuto da Gherardo Finocchiaro, cardiologo presso il Royal
Brompton Hospital di Londra: "un evento raro tuttavia più
frequente di quanto si percepisca", ha precisato. "Ci sono
diverse teorie rispetto alle cause: alcuni studi anni fa hanno
identificato una malattia in particolare, la cardiomiopatia
ipertrofica. Fondamentale quindi è l'esecuzione post mortem
dell'esame anatomopatologico. E' molto importante avere un
centro di riferimento e creare una rete".
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