Non corretta comunicazione da parte
della Wartsila nella procedura di chiusura dell'impianto
produttivo e conseguente licenziamento di 451 persone e, primo
caso in Italia, richiesta di coinvolgimento della Corte
Costituzionale per una eventuale revisione delle norme italiane
sulla delocalizzazione, le cui sanzioni al momento non
difenderebbero a sufficienza il diritto al lavoro previsto dalla
Costituzione. E' il contenuto del ricorso d'urgenza che la
Regione Fvg ha depositato sabato scorso al giudice del lavoro
del Tribunale di Trieste.
Il ricorso, redatto dall'avv. Adalberto Perulli, ordinario di
Diritto del lavoro all'Università Ca' Foscari di Venezia,
solleva appunto davanti al giudice ordinario due questioni: la
prima è relativa al comportamento di Wartsila, che nel corso
dell'avvio della procedura di chiusura dello stabilimento di
Trieste, "non sarebbe stato corretto sotto il profilo della
comunicazione e dell'informazione"; la seconda solleva per la
prima volta in Italia un "profilo di illegittimità
costituzionale delle norme anti delocalizzazione dello Stato
inserite nella legge di bilancio del 2021", chiedendo al giudice
ordinario di valutare se rimettere le norme stesse alla Corte
Costituzionale per una revisione.
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