E' di 300 incontri, 600 autori e,
soprattutto, oltre 100 mila spettatori: per Pordenonelegge è ora
di tirare le somme, e i numeri indicano che il festival è stato
in grado di tornare ai grandi successi di pubblico del periodo
pre pandemia. Quella che descrive Michelangelo Agrusti,
presidente della Fondazione Pordenonelegge, è una kermesse di
grande successo.
"È stato il 25 aprile della cultura: il festival è tornato ad
essere una festa di popolo. La scelta di legare Pordenone a
Praga non è estemporanea: ha funzionato molto bene e ha ricevuto
ottimi riscontri anche dalla Repubblica Ceca. Un'idea temeraria
ma coronata dal successo: vedremo come si evolverà nei prossimi
anni. Pressoché tutti gli eventi, tranne qualche eccezione
legata al maltempo, sono andati soldout: erano molti anni che
non assistevamo ad una presenza così massiccia anche agli
appuntamenti considerati minori. Ho visto tantissimi giovani, e
nell'era dei tweet e dei like è sicuramente un dato importante
che lascia ben sperare".
"Non dimentichiamoci da dove arriviamo: l'anno scorso, a causa
del Covid, per ogni posto occupato ce n'era uno vuoto" gli ha
fatto eco il direttore artistico Gian Mario Villalta. "Solo un
anno fa le persone erano impaurite: credo che in virtù di ciò,
quella del 2022 sia stata una grande ripartenza. La pandemia non
è ancora terminata del tutto, ma il festival ha dato la
dimostrazione che ora si può ricominciare a organizzare
importanti appuntamenti culturali, e che farlo con coraggio
premia. Non trascuriamo che quest'anno ha rappresentato il
ritorno di un aspetto importante del vivere la cultura: stare
insieme, condividere, incontrarci".
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