La Procura generale di Trieste ha
impugnato ufficialmente la sentenza di assoluzione della Corte
d'Assiste del 6 maggio scorso per non imputabilità per «vizio
totale di mente» di Alejandro Augusto Stephan Meran, l'uomo di
32 anni di origini dominicane che il 4 ottobre 2019 uccise in
Questura a Trieste gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego.
La notizia, annunciata già nei giorni scorsi quando l'atto era
ancora in fase di elaborazione, è ufficiale e sottoscritto da
Carlo Maria Zampi, come scrive il quotidiano Il Piccolo oggi in
edicola.
«Disporre una nuova perizia collegiale per accertare lo stato
di mente dell'imputato al momento del fatto e, all'esito,
dichiararlo colpevole e condannarlo» è la richiesta della
Procura generale proponendo appello alla sentenza di appello,
definendo "erronea" l'assoluzione dell'imputato». Il
suggerimento della Procura generale è di incarica una nuova
perizia da affidare a un collegio composto "da almeno tre
luminari in materia" che valutino le condizioni psichiche di
Meran e le conclusioni raggiunte dai consulenti e periti che
hanno operato finora. Vale a dire il perito nominato in
dibattimento, il professor Stefano Ferracuti, convinto del vizio
totale di mente, e il collegio dei periti (facente capo allo
psichiatra Mario Novello) nominati nell'incidente probatorio,
del parere della seminfermità mentale. La Corte d'Assise aveva
condiviso le conclusioni di Ferracuti.
Infine, riporta ancora Il Piccolo, non convince la Procura
generale la scelta di determinare la durata del ricovero nella
Rems per un minimo di trenta anni.
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