"Se i tedeschi intendono fare quello
che hanno annunciato certamente noi, che ne siamo più
consapevoli" (dei rischi legati alla Cina che punta su
infrastrutture strategiche, come il porto di Amburgo), "perché
siamo la frontiera nel Mediterraneo, rispetto a questo progetto
egemonico non li seguiremo. Non ci consegneremo nelle mani dei
cinesi". Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo
Urso, lo sottolinea - intervistato al Salone della Giustizia -
ad una domanda sulla possibilità che anche la gestione del Porto
di Trieste possa passare in mani cinese come conseguenza diretta
delle scelte su Porto di Amburgo che ne è azionista.
Più in generale, Urso ricorda la sua posizione già espressa in
passato "sulla politica di dominio che la Cina realizzava o
voleva realizzare attraverso la 'via della seta'", una "sfida
titanica che la Cina ha lanciato contro l'occidente", aggravata
proprio in questi giorni dai cambiamenti politici in Cina "con
la scelta di una nuova gerarchia che punta tutto sulla sicurezza
nazionale, sul controllo sociale piuttosto che sulla crescita
economica".
Il governo potrebbe usare il Golden Power sul porto di Trieste?
"E' una competenza che spetta ovviamente a Palazzo Chigi. Posso
dire che tutta la nostra politica, anche economica e produttiva,
sarà quella di garantire l'autonomia strategica italiana ed
europea su tutte le filiere che sono importanti per mantenere
nelle nostre mani decisioni sullo sviluppo economico e
produttivo del nostro Paese e della nostra Europa. Questa è la
nostra politica. Se poi altri intendono passare dalla dipendenza
per l'energia alla dipendenza tecnologica o alla dipendenza in
qualche misura commerciale dalla Cina, noi su questa strada non
li seguiremo".
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