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Malerba, serre sulla Luna? Possibile se si migliora terreno

Malerba, serre sulla Luna? Possibile se si migliora terreno

'Cibo fondamentale per esplorazione, priorità scienza spaziale'

TRIESTE, 06 novembre 2022, 16:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Una serra sulla Luna si potrà allestire. Il substrato lunare non ha l'aria di essere fertile, ma ci sono ricercatori che stanno studiando come, mescolandolo con concimi vari, il più possibile concentrati, si possa immaginare una serra sulla Luna che dovrà essere coperta, visto che siamo in una situazione di vuoto. Una serra su terreno lunare è quindi concepibile, purché il terreno sia migliorato".
    Ne è convinto Franco Malerba, primo astronauta italiano che andò in orbita il 31 luglio 1992 a bordo dello space shuttle "Atlantis". A 30 anni da quella data, oggi a Trieste, nell'ambito del ciclo di incontri Mondofuturo durante Trieste Science+Fiction Festival, ha presentato il suo nuovo libro "Il cibo nello spazio" (Dedalo).
    "Il cibo - ha spiegato a margine della presentazione - diventerà sempre più un elemento fondamentale dell'esplorazione dello Spazio perché fino ad adesso ci siamo sempre basati sui rifornimenti da Terra, ma quando cominceremo a viaggiare verso la Luna e a creare habitat lunari dovremmo avere una certa autonomia. Il fatto di studiare sistemi sia dal punto di vista ingegneristico, delle serre, sia dal punto di vista botanico, della scelta delle piante giuste, diventa una priorità della scienza spaziale". Così facendo, ha osservato, "impariamo anche un'agricoltura più sobria che consuma meno acqua", utile anche sulla Terra. "A volte potrebbe sembrare indecoroso, visto che c'è ancora fame sul pianeta Terra, che ci occupiamo dell'esplorazione di Luna o Marte, ma tutto sommato questo serve sempre per riportare sulla Terra nozioni utili per la vita di tutti i giorni". Di questo si parla nel libro, ma anche "delle piante più adatte". "Gli astronauti sono sottoposti a uno stress notevole - ha ricordato Malerba - in queste condizioni aumentano i loro radicali liberi, e quindi scopriamo quali piante sono più adatte per integrare la loro dieta".
    "Stiamo diventando dei dietologici occupandoci di nutraceutica - ha concluso - ma anche di organolettica, perché questi pranzi astronautici devono essere gradevoli. Il cibo finisce per essere una delle gratificazioni durante un volo spaziale perché siamo confinati, non possiamo abbracciare i nostri cari, abbiamo un certo numero di stress da sopportare.
    Ma, come sulla Terra, il cibo è anche occasione conviviale con i compagni di viaggio".
   

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