Al maxiprocesso del 5 novembre, che vedrà alla sbarra 59 persone, tra cui Salvatore Buzzi e Massimo Carminati - considerati i capi dell'organizzazione criminale di Mafia Capitale - potrebbe esserci anche il Partito Democratico, che ha annunciato, attraverso il suo commissario romano Matteo Orfini, di volersi costituire parte civile. "Il Pd Roma - ha scritto oggi il presidente Pd sui social network - chiederà di costituirsi parte civile al processo per Mafia Capitale". Parole che arrivano nel giorno in cui Roma viene travolta dall'ennesima polemica, nata dai fastosi funerali di un boss del clan dei Casamonica, famiglia legata alla criminalità organizzata, con tanto di carrozza dorata sulle note della colonna sonora del Padrino. "Mai più. Roma non può essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino", il commento dello stesso Orfini. L'annuncio di costituzione di parte civile ha innescato le inevitabili polemiche politiche con il centrodestra pronto a ricordare come molti degli imputati facciano proprio parte del Pd. "Ma non si vergogna, Orfini, di sbeffeggiare in questo modo la giustizia e i cittadini offesi dai manigoldi che il Pd ha messo in lista? - la domanda retorica del leader della Destra, Francesco Storace - Non si è mai visto che chi ha imputati alla sbarra che ha messo nelle proprie liste, si costituisca parte civile. Costituitevi e basta - ironizza l'ex presidente della Regione Lazio -. A Rebibbia". Oltre al Pd, come parti civili, ci potranno esserci anche Comune e Regione, dopo l'annuncio di Marino e Zingaretti in tal senso fatto alcuni mesi fa. Polemiche a parte, quello del Partito Democratico vorrebbe essere l'ennesimo passo verso il "rinnovamento" chiesto dallo stesso Orfini e dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, alla luce del coinvolgimento del partito nella rete criminale di Buzzi e Carminati. Proprio in seguito agli arresti - prima di dicembre e poi dello scorso giugno -, lo stesso Orfini, nominato commissario romano nel tentativo di ridare fiducia ad un Pd capitolino in seria difficoltà, si era mosso nella riorganizzazione dei circoli nella Capitale, indicando i "buoni" e i "cattivi" e scatenando un fuoco di polemiche all'interno dello stesso partito. Intanto tra una settimana esatta, giovedì 27 agosto, arriverà in consiglio dei ministri la relazione del ministro dell'Interno Angelino Alfano sulla situazione di Roma. Il sindaco non sarà a Roma nel 'giorno del giudizio' perché in ferie, anche se ormai appare chiaro che il Campidoglio sembra non rischiare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. "Faremo una proposta articolata - le uniche parole di Alfano -. Non posso fare anticipazioni, parlerò in quella sede". Secondo indiscrezioni, comunque, sembra sia al vaglio una sorta di "supervisione" del Campidoglio da un ente terzo, così come aveva ventilato anche lo stesso presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, dopo aver analizzato la relazione Gabrielli. Quasi certamente, poi, sarà richiesto lo scioglimento del municipio di Ostia e la rimozione di dirigenti in molti dei Dipartimenti chiave di Palazzo Senatorio.