Un video, registrato da una delle telecamere di sorveglianza di un bar (e pubblicato sul sito Ansa.it), mostra le immagini di quanto avvenuto ad Aprilia con la morte del giovane marocchino, i momenti concitati dell'aggressione e le tre persone coinvolte, una delle quali forse armata. All'inizio del filmato si vede l'automobile sulla quale viaggiava il marocchino sbandare, forse sbattere con un'autovettura che proveniva in senso contrario, e quindi terminare la sua corsa prima sul marciapiede e poi contro un muretto. A questo punto si vede sopraggiungere da dietro un'autovettura di colore chiaro che si ferma poco prima e dalla quale scendono tre persone (presumibilmente i tre denunciati) che si avvicinano all'auto incidentata. Quindi si vedono fasi concitate che, probabilmente, corrispondono al momento dell'aggressione. Poi l'automobile di colore chiaro si allontana e ricompare dal basso, per andare a parcheggiare in uno slargo poco distante. Dalla macchina scende una sola persona che, chiusa l'autovettura con il telecomando, si dirige nel luogo dell'incidente. Poco dopo si vede l'autista tornare con gli altri due verso l'automobile parcheggiata e, all'altezza della cintola di uno dei tre, quello più corpulento, si nota un oggetto di colore scuro che potrebbe far pensare a una pistola e che l'uomo sembra toccare con la mano. Ma su questo non ci sono ancora conferme da parte degli investigatori. I tre poi sostano a lungo sul ciglio della strada ad osservare la situazione, quindi tornano verso il luogo dell'incidente, confondendosi tra la gente accorsa nel frattempo sul posto. Poco dopo, giunge l'autoambulanza con a bordo i sanitari che hanno prestato le prime cure al marocchino.
"Non abbiamo picchiato nessuno, non c'è stato alcun pestaggio, tantomeno a sfondo razziale". Si difendono i due cittadini di Aprilia che ieri sera si sono messi all'inseguimento di un auto culminato con la morte di un marocchino che era a bordo della macchina in fuga. I due - M.R e la guardia giurata G.T - hanno negato di aver picchiato l'uomo una volta che l'auto si è schiantata contro un muro sulla via Nettunense, sostenendo di non averlo toccato. E negano anche l'esistenza di ronde di cittadini. "Eravamo sotto casa, saremo state una quindicina di persone tra cui c'erano alcuni bambini - hanno spiegato ai loro avvocati - Abbiamo visto una macchina appostata al buio e qualcuno di noi si è avvicinato per capire chi ci fosse all'interno. Come ci siamo mossi l'auto è partita a razzo e ha cercato di investirci". E' in quel momento che i due, più una terza persona, hanno deciso di seguire l'auto. "Ma siamo sempre stati in contatto con le forze di polizia".
"Non ci sono ronde sul territorio. Aprilia non è il Far West: come in altre zone abbiamo avuto furti e altri piccoli episodi e la gente è un po' esasperata ma siamo in una situazione di normalità". Lo afferma il sindaco Antonio Terra a Radio 24, parlando delle persone che la scorsa notte si sono messe all'inseguimento del marocchino che poi è rimasto ucciso.
Le ipotesi al vaglio - "Siamo assolutamente certi che non ci sia stato un pestaggio prolungato". Così il comandante provinciale di Latina dei carabinieri, Gabriele Vitagliano, esclude che il marocchino sia stato ucciso in seguito ad un pestaggio violento. L'ipotesi degli investigatori - dopo aver ascoltato alcuni testimoni - è dunque che la situazione sia "sfuggita di mano" e che l'uomo possa essere stato colpito con un calcio o con un pugno, che potrebbero essere la concausa della morte dovuta quindi anche all'incidente. Sarà comunque l'autopsia, i cui primi risultati dovrebbero arrivare già in serata, a dare risposte più precise.
I militari, allo stato, ritengono anche che i tre che hanno inseguito l'auto con a bordo il marocchino e l'altra persona, tuttora ricercata, non facessero parte di una ronda. "Non abbiamo mai avuto notizie di ronde in quel quartiere, anche se - spiega Vitagliano - la pronta reattività di quei condomini è da capire ed è oggetto del nostro approfondimento". I carabinieri hanno acquisito il video registrato dalle telecamere di sorveglianza di un bar a poca distanza dal luogo dell'incidente.
Una testimone, ho sentito gran botto - "Era verso l'una e mezza, non ho visto nulla ma ho sentito solo un gran botto contro il muro". Così Maria Mirabilio, una donna che abita nella palazzina proprio sopra il punto nel quale si è schiantata l'auto. La donna sostiene di essersi affacciata subito dopo l'incidente e di non aver visto nessuna colluttazione. La signora sostiene che neanche 10 minuti dopo l'incidente è arrivata l'ambulanza a sirene spente.
Anche la signora, come altri abitanti di Campo di Carne, dice di non sapere nulla di ronde: "Io so solo - dice - che da me i ladri sono venuti sette volte e anche il bar qui accanto è stato visitato più volte". Conferma il titolare del bar: "Mi sono entrati quattro volte nell'ultimo mese - spiega - l'ultima volta con un palo lungo sei metri hanno divelto la saracinesca e mi hanno fatto un danno di sette mila euro".