"Quel messaggio mi ferì moltissimo come donna perché mi si augurava qualcosa di ripugnante. Mi preoccupava come madre, perché sapevo che mia figlia l'avrebbe letto. Mi indignava come politico, perché mi indicava come mandante morale dello stupro di Rimini. E mi offese come rappresentante delle istituzioni perché ero la terza carica dello Stato e a offendermi era un sindaco". Lo ha detto l'ex presidente della Camera Laura Boldrini in tribunale al processo per diffamazione che vede imputato il sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli. "Ho visto augurare stupri agli avversari politici in Bosnia e in Ruanda, ma lì c'era la guerra" ha aggiunto Boldrini. "Nessun invito allo stupro, ma solo una contestazione politica" ha replicato Camiciottoli. "Non inciterei mai allo stupro, anzi penso che per gli stupratori occorra l'ergastolo. Volevo fare una critica politica: se lei è favorevole a una immigrazione incontrollata che include anche i delinquenti allora forse ospitarli le avrebbe fatto piacere".
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