I giudici della seconda sezione d'appello della Corte dei Conti hanno confermato la sentenza di primo grado che condannava a un risarcimento complessivo di 110 mila euro, 16 poliziotti coinvolti a vario titolo nel pestaggio del giornalista inglese Mark William Covell durante il G8 del 2001. I giudici d'appello hanno in parte dichiarato inammissibili e in parte rigettato gli appelli proposti da alcuni dei poliziotti confermando la sentenza emessa nel 2015 dalla sezione della Liguria, che aveva condannato al risarcimento di 40 mila euro l'allora comandante del VII nucleo antisommossa Michelangelo Fournier e a 60 mila euro l'allora comandante del primo reparto mobile di Roma Vicenzo Canterini.
I giudici contabili avevano poi condannato, in solido, a un risarcimento di 10 mila euro: Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Nando Dominici, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Davide Di Novi, Renzo Cerchi, Massimiliano Di Bernardini, Massimo Nucera e Maurizio Panzieri.
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001, quando Covell venne picchiato dalla polizia davanti ai cancelli della scuola Diaz, riportando gravissime lesioni. Covell era poi stato arrestato con accuse che si erano rivelate false.
In via transitoria, il Viminale lo aveva risarcito con 350 mila euro (340 per le lesioni subite e 10 mila per le calunnie).
Ed è proprio quella cifra, che la procura contabile contestava come danno erariale ai poliziotti, ridotta però dai giudici di primo grado a 100 mila euro per le lesioni e 10mila per le calunnie. L'appello ha confermato la sentenza.
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