ArcelorMittal Italia annuncia che a causa della grave crisi di mercato "si trova oggi nella necessità di ricorrere temporaneamente alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo). Il provvedimento interesserà lo stabilimento di Taranto per un numero massimo al giorno di circa 1.400 dipendenti per 13 settimane. L'azienda ha già contattato le Organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie di Taranto per informarle di questa operazione".
Dettagli saranno forniti domani in un incontro.
Il 6 maggio scorso ArcelorMittal aveva manifestato l'intenzione di tagliare temporaneamente la produzione di acciaio in Europa con una riduzione di 3 milioni di tonnellate annue. Nello specifico era stata annunciata la sospensione della produzione degli stabilimenti di Cracovia in Polonia, la riduzione nelle Asturie in Spagna e il blocco dell'aumento della produzione dell'ex Ilva di Taranto che ArcelorMittal Italia contava di portare a 6 milioni di tonnellate nel 2020.
L'annuncio di 13 settimane di cassa integrazione per 1400 lavoratori Ex Ilva a Taranto è una doccia fredda anche a Genova "visto che solo pochi giorni fa il gruppo aveva spiegato che la riduzione della produzione in Europa non avrebbe interessato l'Italia", commenta il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro. "E' un brutto segnale e un messaggio pericoloso soprattutto per quanti vogliono che l'Ilva chiuda" aggiunge. Se il provvedimento riguarda al momento solo Taranto, la preoccupazione si estende anche allo stabilimento di Genova Cornigliano: "Siamo preoccupati - dice Manganaro - visto che da Taranto parte la produzione dell'acciaio che lavoriamo a Genova e visto che comunque a Genova finora non sono ancora stati garantiti nemmeno i mille lavoratori previsti dall'accordo".