Il gip Silvia Carpanini ha assolto Luca Pedemonte, l'agente accusato di eccesso colposo di legittima difesa per aver sparato e ucciso Jeferson Tomalà, 21 anni, nel corso di un Tso nel giugno 2018. Il pm Walter Cotugno aveva chiesto l'assoluzione. Fuori dal tribunale amici e parenti del giovane hanno chiesto "giustizia e verità". Il pm aveva già chiesto l'archiviazione ma il gip Franca Borzone aveva disposto l'imputazione coatta. I difensori dell'agente hanno chiesto il rito abbreviato. L'agente, difeso dagli avvocati Giulia Liberti e Antonio Rubino, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. In pratica, è stata riconosciuta la causa di giustificazione della legittima difesa. Secondo quanto ricostruito, il giovane, si era barricato in una stanza di casa con un coltello, i familiari avevano chiesto aiuto perché minacciava di ucciderli e di suicidarsi. Era infuriato per una lite avvenuta il giorno prima con la compagna, madre della loro bimba di due mesi. Sul posto arrivarono gli uomini delle volanti che prima trattarono, poi fecero irruzione spruzzando spray al peperoncino per bloccarlo e sottoporlo a tso. Il giovane aggredì e ferì un poliziotto e Pedemonte sparò sei colpi, uccidendo Tomalà.
"Non è giusto. Come si fa ad assolvere uno che ha ammazzato un ragazzo che non faceva nulla? È assurdo, è da criminali. C'è un assassino in libertà", ha gridato la madre di Tomalà.
Per il procuratore Cozzi "E' una tragedia umana. Non siamo contenti per l'assoluzione in sé. Comunque una persona è morta, ma anche l'agente ha vissuto il suo dramma. Ha agito come poteva e doveva, senza nessun eccesso"