È ufficiale la nomina di padre Marco Tasca a nuovo vescovo di Genova. Il suo è il nome scelto da papa Francesco quale successore del cardinale Angelo Bagnaso che lascia la guida dell'arcidiocesi per limiti di età, ma resta presidente dei vescovi europei. Bagnasco, 77 anni, ha guidato la chiesa genovese dal 29 agosto del 2006 ed è stato presidente della Cei dal 2007 al 2017.
Padre Marco Tasca, è un francescano, ed è stato ministro generale dell'Ordine dei frati minori conventuali dal 2007 al 2019. Nato a Sant'Angelo di Piove di Sacco in provincia di Padova il 9 giugno 1957 è stato ordinato sacerdote il 19 marzo 1983, nella sua parrocchia di origine. Il 26 maggio del 2007 è stato eletto 119º successore di san Francesco per l'Ordine dei conventuali. Il 29 gennaio del 2013, il 200º capitolo dell'ordine lo ha rieletto ministro generale per un nuovo mandato che si è concluso il 25 maggio 2019 con l'elezione di Carlos Alberto Trovarelli.
Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi di Genova presentata per raggiunti limiti di età dal cardinale Angelo Bagnasco e al suo posto ha nominato il francescano padre Marco Tasca, 62 anni, dal 2007 al 2019 ministro generale dell'Ordine dei Frati minori conventuali. Così papa Bergoglio ha ufficializzato la successione.
"Quando uno non cerca mai niente è libero. Il che non significa essere insensibili, ma avere il dono della serenità. Anche questo momento ci si sente e si sa nelle mani del Signore, quindi siamo in buone mani". Monsignor Angelo Bagnasco risponde così a chi gli chiede se sia malinconico al lasciare l'incarico di arcivescovo di Genova, nel giorno della nomina di padre Marco Tasca a suo successore. Bagnasco, che sarà alla guida dei vescovi europei fino a fine 2021, ha spiegato che resterà a vivere nella sua città, Genova. "Andrò alla casa del clero con un gruppo di sacerdoti e continuerò l'ultima rampa della vita - ha spiegato - perché esiste un'ultima rampa". Quanto all'aver più tempo in futuro non sarà una preoccupazione, ha spiegato: "Ci si può dedicare maggiormente alla preghiera, alla meditazione, alla lettura, al tentare nuove sintesi perché anche nelle tappe conclusive della vita terrena la storia corre" e gli stimoli "sollecitano l'attività interiore, l'anima, lo spirito e la ragione verso nuove sintesi. E poi sarò a disposizione secondo i servizi che ogni sacerdote è chiamato a fare".