(ANSA) - LA SPEZIA, 26 GEN - "Non possiamo pensare che l'antisemitismo sia svanito con l'apertura dei cancelli di Auschwitz. Quando i deportati rientrarono in Italia faticarono a trovare ascolto, ogni Paese doveva ricostruirsi una immagine, un mito fondativo sugli ideali di democrazia e antifascismo, ricostruire in un certo senso il mito della Resistenza per voltare pagina". E' uscito da pochi giorni "Oltre la crisi della memoria. Primo Levi: una storia intellettuale della testimonianza della Shoah", edito da Mimesis, opera della ricercatrice spezzina Silvia Ferrari, attuale portavoce del sindaco di Spezia Pierluigi Peracchimi. Si tratta della rielaborazione della tesi di dottorato di ricerca in filosofia, che prende in esame il periodo che va dal 1945 al 1987 anno di morte di Levi. Lo spartiacque è il processo a Eichmann, nel 1971, quando per la prima volta la parola passa effettivamente in un tribunale ai sopravvissuti all'Olocausto. Nell'ultimo capitolo viene poi affrontato il problema della post-testimonianza, cioè come tramandare "attraverso l'arte, la letteratura, la storia anche quando gli ultimi testimoni non ci saranno più". La Spezia è la città di Exodus, il premio che ricorda la vicenda delle navi Fede e Fenice. "Di certo non sono sufficienti Exodus e il giorno della Memoria per tramandare e per parlare di antisemitismo - mette in guardia -. Ma almeno La Spezia ha fatto uno sforzo che altre città non hanno ancora fatto, quello di provare a guardare dentro la propria storia".
Il saggio è acquistabile in libreria e online. (ANSA).