"Siamo ancora in una fase non chiara. Ci sono stati passi avanti, abbiamo letto dell'accordo fra governo, tramite Invitalia, e Arcelor Mittal, che dovrebbe portare all'ingresso del governo con una quota oltre il 50%, ma non abbiamo ancora visto il piano industriale. E trovo molta incertezza perché, da quanto letto, c'è una condizione sospensiva alla realizzazione di questo accordo che è una spada di Damocle: cioè che entro maggio 2022 sullo stabilimento di Taranto la magistratura faccia cadere tutte le pendenze penali.
Mi sembra una condizione sospensiva troppo forte. Mi auguro che si realizzi ma penso sia molto difficile e quindi l'accordo perderebbe la validità". Il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini, commenta così la situazione dell'Ilva a margine della presentazione del rapporto sugli indicatori economici dell'economia genovese. "E' un tassello su cui riflettere. Tutti noi che abbiamo a cuore la produzione dell'acciaio in Italia - quindi che lo stabilimento di Taranto possa tornare ai suoi livelli e di conseguenza tutto quello che riguarda anche Genova e Novi Ligure - dovremmo stanare il governo e Arcelor Mittal sui passaggi futuri, affinché questo accordo possa andare avanti. Io ho ancora qualche preoccupazione al riguardo" aggiunge Mondini che anticipa, se l'accordo non dovesse andare in porto "bisognerà ripensare, velocemente, un piano B per Genova".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA