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Cassazione: illogica la sentenza di Appello su Martina Rossi

Motivazion: ci sono stati errori e sottovalutazioni

(ANSA) - GENOVA, 12 FEB - Ci sono errori e sottovalutazioni nella sentenza d'appello sulla morte di Martina Rossi, caduta il 3 agosto 2011 da un balcone a Palma di Maiorca, dove si trovava in vacanza con le amiche. Lo evidenzia la terza sezione penale della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui il 21 gennaio ha annullato l'assoluzione e disposto un appello bis per i due ventottenni aretini Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. In primo grado i due giovani erano stati condannati a sei anni di reclusione per tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato; erano invece stati assolti, con la formula "perché il fatto non sussiste" dalla Corte d'Appello di Firenze dall'accusa di tentata violenza, mentre era stata dichiarata prescritta quella di morte come conseguenza di altro reato. La Cassazione evidenzia l'incompletezza, la manifesta illogicità e la contraddittorietà della sentenza di appello, "priva di una visione sistematica dell'intero quadro istruttorio e non esaustiva e osservante dei principi giurisprudenziali". Nelle motivazioni della decisione, in oltre 70 pagine, la Cassazione analizza il percorso che ha portato a decisioni opposte nei due gradi di giudizio. Secondo la Corte, i giudici d'appello sono caduti in un "macroscopico errore visivo" nell' individuazione del punto di caduta, che li ha indotti a credere che Martina avesse scavalcato il parapetto, e "hanno depotenziando tutti gli altri elementi fattuali certi" e la "portata delle altre circostanze indizianti certe". Hanno ritenuto valida l'ipotesi avanzata dalla difese su un possibile suicidio, sulla base di indizi sulla personalità della ragazza che invece in primo grado non erano stati ritenuti certi. Senza fornire una spiegazione del perché la ragazza fosse precipitata senza i pantaloncini del pigiama. "Già solo tale mancanza inficia irrimediabilmente la tenuta logico-argomentativa della decisione". Ma aggiunge, la Corte, "la più evidente carenza di analisi" è relativa alla intercettazioni del 7 febbraio 2012 in cui sembra che i due giovani manifestino sollievo per il fatto che non fossero stati trovati segni di violenza sul corpo di Martina. La Cassazione ha annullato con rinvio a nuovo appello.
    (ANSA).
   

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