Concluso in cinque udienze il secondo incidente probatorio, quello sulle cause del crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale collassato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone. Oggi il gip Angela Nutini ha ammesso solo un approfondimento di perizia depositato da alcuni indagati mentre ha respinto le altre richieste.
I periti del giudice hanno ribadito che il ponte è crollato a causa della corrosione dei cavi dello strallo della pila 9.
Corrosione accelerata da difetti di esecuzione del progetto originario. Secondo alcuni legali della difesa quello era un vizio occulto. Secondo i tecnici, invece, quel difetto era conoscibile dai documenti e se si fossero fatte le manutenzioni il viadotto non sarebbe crollato. L'inchiesta vede indagate 71 persone oltre alle due società Aspi e Spea per omicidio colposo plurimo, crollo doloso, falso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Il prossimo 3 marzo ci sarà l'udienza stralcio con la quale si deciderà quali intercettazioni potranno essere usate. A quel punto la procura chiuderà le indagini.
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