(ANSA) - GENOVA, 11 MAR - Doppio binario per il progetto Scuole sicure a Genova, in collaborazione tra Comune, polizia locale e ufficio scolastico regionale e grazie a 146 mila euro del Fondo unico di Giustizia del ministero dell'Interno per contrastare spaccio e consumo di droghe tra giovanissimi. Le risorse sono state utilizzate in gran parte (139 mila euro) per installare telecamere nei pressi di 56 istituti scolastici (all'interno, sarebbe vietato). Le scuole sono state scelte in parte in base a segnalazioni arrivate da dirigenti e famiglie ma in maniera omogenea tra tipi di istituti e quartieri. Gli altri 7 mila euro finanzieranno un corso di formazione rivolto a 100 docenti delle scuole medie e superiori per la prevenzione della diffusione delle droghe e organizzato dalla fondazione Scuola interregionale di polizia locale.
Il progetto è stato presentato dall'assessore comunale all'Istruzione Barbara Grosso, quello alla Sicurezza Giorgio Viale e dal comandante della polizia locale Gianluca Giurato.
Sono passati da 9 a 59, tra il 2019 e il 2020, le segnalazioni di minorenni assuntori di droghe da parte della polizia locale di Genova. "L'aumento di segnalazioni è un esempio della famosa teoria del numero oscuro - spiega Giurato - in criminologia si sa che più si cerca un reato più lo si trova, il nostro corpo di polizia si è impegnato molto, ma non si può escludere che il lockdown e la pandemia abbiano creato una situazione fertile per il dilagare del consumo di stupefacenti fra i giovanissimi".
D'accordo l'assessore alla Sicurezza Giorgio Viale: "I reati connessi alle droghe in controtendenza rispetto ad altri reati sono in aumento nel periodo di emergenza pandemica, e purtroppo l'età media in cui i giovani si avvicinano alle droghe è sempre più bassa". Già 85 docenti hanno già aderito e i corsi - in streaming - inizieranno il 15 marzo. Il corso avrà una durata di 14 ore. "Questa è un'iniziativa di grande utilità che risponde a un'esigenza di sicurezza sempre più sentita dalle famiglie - afferma l'assessore all'Istruzione Barbara Grosso - ma anche dai docenti e dagli studenti stessi". (ANSA).