I liberi professionisti liguri,
accusato il primo colpo della pandemia con un crollo nel primo
trimestre 2020 del 16,1% (-6.600) hanno segnato subito dopo la
riscossa crescendo nel secondo trimestre di 12.133 unità
rispetto ai primi tre mesi dell'anno e segnando un +1.798 sul
secondo trimestre 2019. E' la fotografia scattata dal secondo
Rapporto regionale sulle libere professioni in Liguria,
presentato oggi in streaming da Confprofessioni - presenti fra
gli altri gli assessori regionali Giovanni Berrino e Ilaria Cavo
- che mette insieme commercialisti e studi contabili, avvocati e
medici, notai, psicologi, artisti e archeologi.
"Quello del 2020 è un trend positivo di crescita in
controtendenza rispetto alla media nazionale, ma va messo in
relazione con un altro dato, la vistosa diminuzione degli studi
con dipendenti - avverte il presidente di Confprofessioni
Liguria, Roberto De Lorenzis -. Bisogna vedere quanto questo
fenomeno sia un rifugio rispetto alla perdita del lavoro
subordinato".
Su 40 mila liberi professionisti liguri, dice infatti il
rapporto, nel 2019 solo 6.800 (il 16,2%) ha dipendenti, cioè il
40,7% in meno rispetto al 2011. L'83,8% non ne ha. Stenta il
ricambio generazionale: fra 2011 e 2019 sono saliti (+9%) i
liberi professionisti over 55, arrivati al 37% del totale,
mentre quelli fra i 15 e i 34 anni sono scesi dal 19 al 18%. Le
donne sono meno numerose, ma l'88% ha una laurea contro il 10%
degli uomini.
Tornando al dato generale, il trend non è stato positivo dal
2011 al 2019: il numero dei liberi professionisti in Liguria è
rimasto stabile, mentre nel Nord Ovest e in Italia sono
aumentati a due cifre. "Per uscire dall'emergenza e progettare
il futuro, il ruolo delle competenze garantite in primis dai
professionisti sarà fondamentale" commenta De Lorenzis, ma "la
crisi ha evidenziato come i lavoratori autonomi, e in
particolare i liberi professionisti, siano i più precari fra
tutti i lavoratori" quindi servono "parità di condizioni con la
piccola impresa", "equo compenso" e si dovrà "migliorare
l'accesso al credito e potenziare il welfare".
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