C'è anche la possibilità di
conoscere i potenziali utilizzi degli scarti della lavorazione
dei ricci di mare tra i dieci laboratori rivolti a studenti
delle superiori e universitari promossi dal Blue district. Ma
anche all'impiego di un sistema di microlenti per esplorare il
mondo delle microplastiche che inquinano gli oceani, o
l'orientamento nei mestieri del mare all'uso dell'idrogeno per
la propulsione delle navi, dal racconto delle aree marine
protette attraverso i social network alla ricerca sui percorsi
turistici. Sono i laboratori di innovazione selezionati
attraverso una manifestazione di interesse e presentati oggi al
Blue district. I progetti sono finalizzati all'innovazione nei
diversi settori dell'economia del mare. Partiranno in questi
giorni per concludersi a settembre e stanno già interessando 200
studenti. "E' un progetto a cui abbiamo creduto non solo come
Comune ma come comunità. Sono laboratori che costituiscono un
raccoglitore di idee per aiutarci a costruire un nuovo modo di
innovare e pensare la blue economy, idee che si esplicheranno in
progetti concreti - spiega Francesco Maresca, assessore comunale
allo sviluppo economico e portuale -. La formazione che viene
offerta coniuga innovazione e ricerca con il mondo delle
imprese matchando in modo efficace le esigenze delle aziende
sulle nuove professioni del mare. Il fatto che professionisti,
ricercatori e piccole imprese abbiano inviato le proprie
proposte è indicativo di quali siano le potenzialità e
prospettive rappresentate dall'economia del mare nella nostra
città e nella nostra regione". Job centre, società in house del
Comune di Genova ha elaborato il bando e organizzato i
laboratori con il sostegno della Fondazione Compagnia San Paolo.
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