(ANSA) - GENOVA, 13 MAG - I giudici della Corte dei Conti della Liguria hanno condannato a un risarcimento di 164 mila euro, Stefano Sciandra e Alessandro Tardio all'epoca dei fatti contestati dipendenti del comune di Taggia (Imperia). La contestazione di danno erariale riguardava l'appalto per i lavori per riparare due tubazioni di scarico a mare, che erano state danneggiate a causa delle violente mareggiate del gennaio del 2010. I lavori erano stati assegnati alla ditta 'Orengo Costruzioni Generali'. Ma secondo l'accusa non era stati fatti a regola d'arte, tanto che avevano creato una situazione di potenziale pericolo per la navigazione e l'attività di balneazione. Il comune di Taggia, nonostante avesse già pagato la fattura alla ditta, aveva dovuto appaltare a una nuova impressa l'opera di smantellamento della nuova condotta. La procura aveva aperto un'inchiesta e rinviato a giudizio i due dipendenti comunali.
Il verbale che affidava alla ditta Orengo Costruzioni i lavori in somma urgenza era stato sottoscritto dal geometra comunale Tardio, delegato dal capo servizio Sciandra. Tardio aveva certificato il ripristino delle condotte di sfioro a mare e la riparazione dei manufatti. Due mesi dopo in consiglio comunale era stato sollevato il problema di come i lavori non fossero stati eseguiti a regola d'arte ma Tardio aveva fatto ugualmente liquidare la fattura.
Per i giudici contabili, ''Tardio per garantirsi la tranquillità personale e non avere problemi di sorta, aveva preferito chiudere gli occhi, disinteressandosi completamente degli effetti delle proprie condotte, ivi compreso lo sperpero di pubblico denaro''. I magistrati scrivono, riguardo all'ingegner Sciandra:'' dalla lettura degli atti processuali emerge una gestione del tutto personalistica degli appalti pubblici, affidati spesso senza contratto a imprese con cui è in stretto contatto, quasi sempre a trattativa privata''. E ancora, emerge ''la volontà di Sciandra di approfittare dell'occasione messagli a disposizione dagli effetti dell'improvvisa mareggiata per chiamare un'impresa amica e fargli fare dei lavori con sovrapprezzo facendo apparire come acquistati materiali del tutto assenti''. (ANSA).