L'export dell'artigianato ligure è in ripresa e verso il ritorno ai livelli pre-Covid: dagli ultimi dati Istat elaborati dall'Ufficio studi di Confartigianato, emerge che le esportazioni del manifatturiero ad alta concentrazione di micro e piccole imprese nel primo semestre 2021 valgono 473 milioni e segnano una crescita del 18,5% rispetto al primo semestre 2020 e un calo del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. Lo segnala Confartigianato in un comunicato.
I settori ad alta concentrazione di micro e piccole imprese sono: mobili, stampa, legno, metalli, pelle, abbigliamento, tessili, alimentari, e altre manifatture (per esempio gioielleria, occhialeria). Senza il settore del tessile, abbigliamento e pelle (-20,6%), l'export artigiano ligure segnerebbe una variazione negativa di solo mezzo punto percentuale (a 419 milioni) rispetto al livello pre-Covid e un aumento del 20,5% rispetto al 2020.
Segnali preoccupanti provengono invece dall'avvicinamento dei minimi storici del livello delle scorte delle imprese esportatrici, influenzato da scarsa offerta di materie prime e tensioni sui prezzi delle commodities, soprattutto dei metalli.
Oltre a pelle (-40%), tessile (-8,6%) e abbigliamento (-6,9%) soffre l'export anche delle microimprese attive nella lavorazione del metallo (-13,8%) e nei mobili (-18,6%)., il cui valore delle esportazioni è di 17,4 milioni di euro.
Brillanti invece le esportazioni dei prodotti alimentari (+10,9% a quasi 200 milioni), del legno (+21,9%).
Tra le singole province le microimprese di Genova vedono nel semestre un export in crescita del 18,9% a 270 milioni (-2,4% rispetto al 2019). Alla Spezia l'export artigiano vale 96 milioni (+19,8% dal primo semestre 2020, -18% dal primo semestre 2019). A Imperia, l'artigianato vede 73 milioni di export, segna un pieno recupero anche rispetto ai livelli pre-Covid: +11,1% sul 2020 e +5,5% sul 2019.
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