Se la settimana del 20 dicembre la
diffusione in Liguria della variante Omicron era "attestata al
14%, con una forchetta percentuale tra l'11 e il 17" adesso è
possibile dire che questa settimana la percentuale della
variante "si attesta attorno al 50%". Lo ha detto all'ANSA il
professor Giancarlo Icardi, direttore dell'Unità Operativa
Igiene dell'ospedale San Martino di Genova.
Di fatto "Omicron è più trasmissibile e quindi ha un impatto
notevole sull'incidenza". Ma "pur con un maggior potere di
trasmissibilità, Omicron ha presumibilmente una minore
aggressività" e questo si manifesta soprattutto "nei minori
ricoveri in terapia intensiva. Ma dobbiamo chiederci questo: è
meno 'cattiva' rispetto alla variante Delta perché si è
indebolita o perché l'85% della popolazione si è vaccinato? E'
un quesito che per ora non siamo in grado di sciogliere.
Indubbiamente il vaccino contrasta la capacità del virus 'di
fare più male' - ha sottolineato Icardi - ma il virus si adatta
per sopravvivere". L'utilità della vaccinazione viene
dimostrata dal numero dei contagi: nell'Imperiese, dove la
vaccinazione è inferiore rispetto al resto della Liguria (la
percentuale dei vaccinati con due dosi è del 53,3% rispetto,
secondo Gimbe, alla media regionale del 78,7%), i casi di
infezione sono maggiori.
Il virus muta ma non mutano le regole igieniche che ne
contrastano la diffusione: "Un corretto galateo respiratorio
rimane fondamentale - ha detto Icardi - e la prova l'abbiamo con
altri microrganismi. La mascherina, lo smaltimento corretto di
fazzoletti monouso e soprattutto l'igiene delle mani sono le
nostre migliori opportunità".
"La fine? la fine della pandemia probabilmente sta
nell'ultimo decreto, relativamente alle quarantene limitate per
i vaccinati: ovvero, salvo colpi di scena, quando il virus non
sarà più pandemico ma endemico. Stiamo assistendo da un paio di
settimane a un picco epidemico che presumibilmente durerà ancora
tre-quattro settimane e poi comincerà a calare".
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